02/11/2015No Comments

Cohousing SANGIORGIO

Oggi vi raccontiamo un'altra bella storia di cohouser che ce l'hanno fatta, vi portiamo a Ferrara a scoprire il Cohousing San Giorgio, un progetto di vicinato collaborativo con particolare attenzione all'efficienza dell'edificio.

FOTO (1)

Il progetto del Cohousing San Giorgio è nato dall’iniziativa dell’associazione Cohousing Solidaria, che ha radunato negli anni un gran numero di famiglie interessate ai temi dell’abitare condiviso. All’interno dell’associazione, nel 2013 è nato un gruppo di famiglie interessato a partire con il primo progetto cittadino; è stata scelta l’area, sono stati scelti i progettisti (Rizoma Architetture) e poi, attraverso un percorso di progettazione partecipata svolto con il metodo della charrette, le famiglie riunite nella Cooperativa Cohosuing Solidaria hanno definito il “progetto su misura” e successivamente indetto una gara per scegliere l’impresa di costruzioni. Il cantiere è partito nell’agosto 2014 e l’impresa, la Costruzioni Ferruccio Maestrami di Loiano-BO, ha consegnato l’edificio ad inzio giugno 2015.

Il Cohousing SANGIORGIO è stato realizzato all’interno di un lotto di circa 3500 mq a circa 2 km dal centro storico di Ferrara, affacciato sul fiume Po di Primaro, in una zona paesaggisticamente protetta a pochi passi dalla rinascimentale chiesadi S.Giorgio, patrono della città.

Planimetria

L’edificio ospita persone di diverse fasce di età, persone da sole, famiglie con bambini ed adolescenti. L'obiettivo del progetto era promuovere nuove forme di vicinato solidale nell'ambito della sostenibilità ambientale e della solidarietà tra generazioni. Il progetto è stato pensato in modo da rispondere in pieno alle esigenze individuali e collettive ed oltre alle unità immobiliari verranno realizzati numerosi spazi di condivisione.

La realizzazione dell'edificio è avvenuta in linea con i principi progettuali delle strutture in legno, con l’intenzione di raggiungere la qualificazione nZEB - nearly zero energy building. Gli aspetti compositivi principali definiscono un volume di tre piani con un fronte aperto verso il lato sud-ovest con la presenza di sporti e logge che consentono un ombreggiamento naturale delle bucature durante i mesi estivi; mentre la necessità di installare le strutture per i pannelli fotovoltaici verso sud, ha condizionato il disegno di una “Falda Solare” di superficie maggiore rispetto a quella orientata a nord.

FOTO (11)

Il fabbricato è composto da 7 unità abitative e dei relativi spazi comuni (cucina e sala da pranzo, zona lettura e biblioteca comune, lavanderia, dispensa alimentare e angolo hobby), sviluppati su tre piani fuori terra. L’edificio si dispone parallelamente rispetto alla linea del confine di proprietà verso il fiume ed è stato realizzato con materiali naturali e riciclabili, con tecnologia costruttiva a pannelli portanti di legno tecnologia X-LAM, di spessore variabile dai 10 ai 14 cm, coibentati verso l’esterno da cappotto termico in fibra di legno spessore 20 cm. Anche i solai interpiano e quello di copertura sono stati realizzati in pannelli portanti di legno di spessore 20 cm; la copertura presenta una coibentazione di 24 cm in pannelli di fibra di legno a densità variabile e manto di copertura in lamiera.

Il volume compatto del fabbricato consente di avere un buon rapporto S/V, mentre le soluzioni progettuali ed impiantistiche adottate consentono di calcolare un indice di prestazione globale Eptot (riscaldamento+acqua calda sanitaria) = 2,2 KWh/mq anno, collocando la costruzione in classe CLASSE A+ (ora divenuta A4).

FOTO (2)

È un edificio off-grid: non ha la connessione alla rete del gas, il sistema di smaltimento delle acque reflue viene effettuato in sito senza collegamento alla rete fognaria pubblica ed è stata installata una vasca di raccolta dell'acqua piovana di 12.700 litri, che consente l'irrigazione del giardino e dell'orto condiviso. Il sistema di riscaldamento-raffrescamento e ventilazione meccanica controllata con deumidficazione, è affidato ad un combinato di pompa di calore e macchine a ciclo entalpico, ognuna per ogni unità abitativa, il cui funzionamento è collegato all’impianto fotovoltaico da 15 kw posto in copertura. Nel bilancio dei consumi e dell’energia prodotta, a ciclo completo questi aspetti si tradurranno in una spesa per ogni famiglia prossima allo zero.

Curiosi di scoprirne di più? Seguite il loro diario di cantiere qui e venite a conoscere Rizoma Architetture a #xdaysmi15

06/10/2015No Comments

Base Gaia chiama Terra

Vi ricordate di Base Gaia, il primo cohousing dal basso di Milano? Ve ne avevamo parlato qui.

Curiosi di sapere come sta andando, a che punto sono? L'abbiamo chiesto direttamente a loro! Gustatevi questo racconto e venite a trovarli a Experimentdays Milano!

IMG_3247

Un anno fa eravamo ancora un piccolo gruppo di 4 famiglie alla ricerca di nuovi interessati a condividere i nostri stessi sogni e qualche passo già realizzato: c’era un terreno candidato all’acquisto e la scelta dei professionisti che ci avrebbero seguito.

In questo anno siamo cresciuti fino ad arrivare ai 10 nuclei familiari che stanno dando vita al sogno e abiteranno Base Gaia.

Ci siamo guardati e conosciuti tutti insieme, abbiamo condiviso le nostre aspettative, i nostri dubbi, e i nostri perché di una scelta come questa, abbiamo limato qualche spigolo e siamo diventati un bel gruppo tondo tondo, pronti a rimboccarci le maniche per fare sul serio.

Abbiamo così fondato una società cooperativa per darci una forma giuridica e abbiamo acquistato il terreno opzionato in precedenza.

Abbiamo lavorato duro con tutti i professionisti che ci stanno seguendo con immensa pazienza; architetti e costruttori, commercialista e banche, avvocato e notaio, per seguire ogni fase di avanzamento del progetto, cercando di fare scelte che ci assomigliassero e nelle quali ognuno di noi si riconoscesse.

Parallelamente abbiamo mantenuto aperto un dialogo con il Comune di Milano, per costruire insieme nuove forme dell'abitare, ancora poco conosciute in questa grande città.

IMG_8380

Settimanalmente abbiamo lavorato sul senso degli spazi privati e su quello degli spazi comuni, ragionando sulle necessità che possono soddisfare e sulle progettualità' che potranno ospitare.

Abbiamo elaborato la forma esterna di questa nostra casa, definito tagli e forme delle singole unità abitative, degli spazi comuni, e individuato l'impresa che si occuperà di costruire la casa (Biohouse). Abbiamo steso, revisionato, depositato e firmato statuti, convenzioni e atti.

Progetti e documenti sono stati consegnati alla commissione deputata e dopo tanto lavoro, oggi siamo in attesa dei permessi per costruire.

Ma il lavoro è ancora e sempre molto! Anche se siamo fermi per qualche mese in attesa delle approvazioni necessarie, ne approfittiamo per concentrarci su di noi.

Ci siamo suddivisi in sottogruppi di lavoro, per approfondire tematiche specifiche e poter poi confrontarci in plenaria con le idee più chiare su temi quali le relazioni e le dinamiche interne tra Basisti (così ci chiamiamo amichevolmente) e per la futura vita in cui condivideremo ben più di uno spazio comune, o le relazioni da coltivare con il territorio e la città, sul web e per le iniziative cui siamo invitati a partecipare.

IMG_1029

Siamo certi che molto presto Base Gaia sarà un luogo reale. L’articolo 38 dell’atto costitutivo della Cooperativa, d’altronde, dice: “Siamo belli e avremo la fortuna degli audaci”.

Quando abbiamo partecipato a Experiment Days lo scorso anno pensavamo di riuscire a trovare altre famiglie interessate a portare avanti il progetto con il gruppo originario dei 4, ma in realtà in quell’occasione questo obiettivo è andato buco. Ci ha permesso però di crescere come gruppo e di capire che strada intraprendere, per creare materiale informativo e divulgativo sulla nostra esperienza ed arrivare a più persone. Experiment Days ci ha permesso di raccontarci e dunque chiarirci le idee e rendere ancora più forte il progetto che avevamo in mente fino a farlo diventare realtà.

Anche se ancora non viviamo tutti insieme pensiamo di avere intrapreso un percorso che ci ha portato alla conoscenza profonda dei nostri ideali dell’abitare, tema sul quale ci confrontiamo costantemente negli incontri che settimanalmente ci vedono riuniti.

La cosa più importante per chi sceglie di vivere in cohousing è senza dubbio unirsi ad un gruppo che sia mosso dagli stessi desideri e necessità, un gruppo con cui condividere una stessa idea che si fa progetto e successivamente realtà.

È indispensabile una carica di intraprendenza e coraggio. Chi, come noi, decide di intraprendere questo percorso dal basso (un gruppo che si costituisce e poi dà vita ad un progetto), non ha sicurezze in partenza e non può far altro che scommettere su di sé.

Utopia? No, e noi ne siamo la prova. Ci vogliono dedizione, passione, molto tempo e parecchie energie che vengono quotidianamente spese ma anche ripagate dai piccoli successi, dalle decisioni condivise e dalle risoluzioni degli inevitabili conflitti.

IMG-20150628-WA0003

È fondamentale scegliere un buon team di professionisti che siano sì esperti del loro lavoro, ma che abbiano anche la capacità di comprendere un progetto così complesso e ambizioso, nonché una buona dose di creatività e pazienza.

L'innovazione richiede spesso la capacità di cambiare prospettiva e di rimettere tutto in discussione per trovare compromessi che non abbiano il sapore della rinuncia e che tengnao sempre e comunque conto della strada già fatta.

Di fronte a tanta complessità ci si potrebbe chiedere… ma ne vale la pena? La risposta di Base Gaia e' OVVIAMENTE Sì!!!

La possibilità di concretizzare scelte diverse che sono la declinazione di un sistema di valori diverso è una enorme opportunità.

Nel nostro caso, condividere un percorso condiviso per un abitare collaborativo significa essere disposto a intrecciare vite, esperienze, storie, abitudini e interessi, perché questo diventi un motore di energia pulita e rinnovabile in tutti i sensi!

20/10/2014No Comments

Vivit

ABITARE, VIVERE E CONDIVIDERE

Vivit è un nuovo modello residenziale che sta sorgendo nel territorio piacentino, un servizio abitativo dedicato alla terza età. Il progetto prevede la ristrutturazione di un condominio esistente, ripensato per l’accoglienza e l’invecchiamento attivo, con diversi tipi di tagli abitativi (monolocali, bilocali, trilocali) per un totale di 20 appartamenti che si integrano con 300 mq di aree comuni per favorire l’incontro, l’interazione e la condivisione della quotidianità, (area living, terrazza, bagno assistito, palestra, sala infermeria, lavanderia/stireria, ricovero bici).

Tutta la riqualificazione dell'edificio è condotta seguendo criteri di sostenibilità: soluzioni energetiche a basso impatto e materiali eco-compatibili. I valori che hanno ispirato il progetto sono la funzionalità e il confort, la sostenibilità sociale, la sicurezza, l’accoglienza e la condivisione con i residenti e con il territorio.

La comunità di abitanti

Il progetto Vivere Vivit sarà inaugurato il prossimo 25 ottobre a Fiorenzuola D’Arda (PC) in piazza Caduti 13, e ha l’obiettivo di ospitare persone anziane autosufficienti ma in condizione di fragilità, anziani parzialmente autosufficienti o autosufficienti, ma portatori di disabilità, offrendogli la possibilità di usufruire di una serie di servizi innovativi che facilitino la vita quotidiana.  Gli alloggi sono pensati per la vita in coppia, ma ciò che contraddistingue il progetto è l’interazione attiva con i propri vicini di casa.

È possibile candidarsi su apposita pagina del sito ufficiale, in cui inserire i propri dati per saperne di più e ricevere materiale informativo attraverso newsletter.

 

01
L'ingresso dell'edificio

02
La terrazza in condivisione

 

La collaborazione

I servizi che verranno erogati per la nuova comunità serviranno per garantire loro una vita sicura, grazie al sistema domotico di telecontrollo e videocamere di sicurezza per restare in connessione con personale specializzato e strutture di pronto intervento; pratica, grazie alle attrezzature e assistenza che la residenza offre; comoda, come l’assistenza nella cura della persona o della casa, e l’attivazione di car sharing e condivisine della bicicletta che verranno effettuati in seguito; attiva, perché si ha la possibilità di usufruire della palestra e prendersi cura di un orto che è a disposizione degli abitanti. Per permettere di integrare la vita urbana a quella rurale, Vivit collabora con l’Azienda Agricola S. Fiorenzo, una “fattoria” dove si può coltivare il proprio orto e praticare gardening. La coltivazione è biologica e permette, oltre ad essere spazio di scambio di conoscenze e competenze, di riscoprire la qualità dei prodotti locali. Oltre all’orto c’è molto spazio verde, aria pulita, un campo per giocare a bocce e la possibilità di mangiare e eventualmente cucinare i prodotti raccolti dal proprio orto.

“Questo progetto nasce per stimolare le attività e coinvolgere le persone” dice la signora Silvia Pighi, responsabile e fondatrice del progetto Vivit. Alla base di tutto ci sono i valori di accoglienza, sostenibilità e funzionalità per poter offrire case confortevoli e luminose, accessibili abbattendo le barriere architettoniche; aree comuni dove poter condividere tempo libero in compagnia; la vicinanza al centro urbano e allo stesso tempo agli spazi verdi come l’orto, aree aperte, terrazze e logge; un elevato standard tecnologico, ma soprattutto sentirsi parte di una comunità.

 

03
L'orto

04
Gli spazi agricoli

05
La bocciofila

 

Contatti
Indirizzo: Piazza Caduti 13, Fiorenzuola D’Arda (PC)
Websitewww.viverevivit.it
Social: facebook
Referente: Silvia Pighi
Mail: s.pighi@sp-realestate.eu

Intervista e Editing di Selena Belleggia

Le visite guidate fanno parte di Experimentdays Milano 11-12 ottobre 2014 
www.experimentdays-milano.it

Per registrarti:  registrati qui alla visita a Vivit

15/10/2014No Comments

Cohousing Chiaravalle

Eventbrite - Di porta in porta / Cohousing Chiaravalle

RIGENERAZIONE URBANA, SOSTENIBILITA’
Cohousing Chiaravalle è il nome del nuovo cohousing presentato a Milano nel febbraio 2014 da NewCOh srl, e si propone di promuovere e il completare progetti di cohousing sul territorio italiano, in collaborazione e/o col supporto di imprenditori privati, istituzioni pubbliche oppure direttamente o in forma cooperativa.

L’edificio è un’antica cascina del ‘600, Cascina Gerola, oggetto di imminente ristrutturazione, e rappresenta la sintesi di tutti gli elementi che consideriamo fondamentali per un cohousing da manuale, in cui il valore principale condiviso è l’innovazione e la sostenibilità : “Cohousing Chiaravalle è per noi sinonimo di sostenibilità totale, dove per sostenibilità totale intendiamo l'unione della sostenibilità ambientale, sociale ed economica” racconta Marco Bolis, responsabile sviluppo presso Newcoh srl.

Cohousing Chiaravalle si trova a Milano ma già nel pieno del Parco Agricolo Sud, tra i più ampi ed importanti d’Europa e si relaziona con il borgo di Chiaravalle, antico centro abitato, dove operano numerose associazioni cittadine (in particolare Borgomondo per Chiaravalle Sostenibile) , potenzialmente luogo di espressione di una vita sostenibile a consumo 0.

Il progetto architettonico di recupero e trasformazione della Cascina Gerola firmato BUNCH (in particolare dall’architetto Giano Donati), è un progetto sostenibile oltre che per il riuso dell’esistente, in un contesto di grande monumentalità (Abazia e il Cimitero ), anche per i sistemi di raffrescamento e riscladamento, totalemente sostenuto dallo sfruttamento delle acque reflue provenienti da depuratore.
All’interno di Cohousing Chiaravalle sarà possibile scegliere tra numerose tipologie abitative che vanno dall’appartamento mono-piano con o senza giardino, alla villetta su due livelli a loft soppalcati.

Chi vorrà aderire al progetto acquisterà solamente il proprio spazio privato, tutti gli spazi comuni non sono conteggiati e verranno consegnati arredati secondo quanto emerso nell’ambito della progettazione partecipata.

 

Render di progetto: Cascina Gerola cortile interno del complesso, visto dall'ingresso principale su via Sant'Arialdo.

 

La comunità

 

Dal lancio pubblico del progetto (febbraio 2014) fino è stato portato avanti un intenso lavoro con chi ha aderito al progetto fin dall’inizio, poiché il progetto parte sempre dai bisogni e dai desideri dei futuri abitanti, che di fatto rappresentano il punto di partenza: da una parte il dialogo in un rapporto one-to-one per progettare insieme a ciascuno la propria casa, dall’altro lato incontri di gruppo per la fase conoscitiva e la progettazione partecipata.

Durante i primi incontri gli aderenti al progetto hanno potuto conoscersi, mettere in comune le proprie esperienze abitative, le motivazioni che li hanno spinti a cercare una soluzione abitativa in cohousing, le loro storie e le loro aspettative.

Al momento la comunità è formata da un gruppo quasi consolidato di 20 famiglie, con altri 20 alloggi ancora liberi.
Molte delle persone che avevano manifestato interesse hanno confermato la loro scelta, costituendo così il gruppo promotore di Cohousing Chiaravalle, e per saperne di più, i potenziali cohouser hanno compilato un form, nel quale hanno risposto a domande sulla loro identità (famiglie 32%, single 27%, coppie 41%), su età (under 20 corrispondente al 14%, fra 20-35 anni al 21%, fra 35-65 anni al 60%, over 65 al 5%), e infine su occupazione (artisti, professionisti, impiegati, imprenditori, sociologi ed educatori, operatori sanitari, e ricercatori).

Di seguito hanno espresso le loro esigenze, attraverso un questionario sulle attività collaborative e gli spazi comuni (spazi tecnici e hobby, spazi per la convivialità, spazi per la cura dei bambini/anziani/ospiti, spazi per lo sport e wellness, spazi verdi, spazi per il lavoro e lo studio, spazi produttivi e vendita), allo scopo di identificare i principali profili di comunità e realizzare spazi comuni che incontrino le esigenze dei futuri cohouser. L’orto comune permetterà la produzione del proprio cibo.

 

Giornata di progettazione partecipata: i cohouser si confrontano aiutati dalla facilitatrice Stefania Lattuille.

 

La collaborazione

 

cohousing3

Giornata di progettazione partecipata: momento di brainstorming

 Il processo è in grado di produrre risultati a lungo termine: il senso di appartenenza ad una realtà viva, imparare a prendere decisioni insieme, apertura verso l’esterno e mutuo soccorso, attivazione di attività e servizi comuni di aiuto alla vita quotidiana, ossia la base della collaborazione futura.

Per incentivare processi collaborativi anche con la collettività e con il territorio, Cascina Gerola partecipa all’appuntamento periodico di Cascine Aperte, relazionandosi così con il Distretto Agricolo Milanese e con la rete de 33 cascine milanesi, per la promozione di storia, socialità e agricoltura: mercati agricoli e di autoproduzione, botteghe con vendita diretta di prodotti delle cascine partecipanti, biciclettate alla scoperta delle cascine milanesi, appuntamenti musicali, presentazioni di libri, incontri di approfondimento, laboratori di manualità, il tutto in una visione generale di riqualificazione del territorio, a cura di Associazione Cascine Milano e Distretto Agricolo Milanese, in collaborazione con Consorzio Villa Reale e Parco di Monza, e con il Patrocinio del Comune di Milano.

 

Contatti

Indirizzo: Cascina Gerola - via Sant'Arialdo 91, 20139 Milano

Website: http://www.cohousing.it/portfolio/cohousing-chiaravalle/

Social: https: //www.facebook.com/pages/Cohousing/459467507428161?fref=ts

E-mai referentel: daylight.bovolo@gmail.com

 

Intervista e Editing di Mariana Soricelli e Selena Belleggia

Le visite guidate fanno parte di Experimentdays Milano 11-12 ottobre 2014 
www.experimentdays-milano.it

Per registrarti:  registrati qui alla visita a cohousing Chiaravalle

30/09/2014No Comments

Co- Housing Vimercate – la Corte dei Girasoli

SOCIALITÀ, SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE E SOLIDARIETÀ

La Corte dei Girasoli nasce dall’iniziativa di un gruppo nato nel 2006, composto da famiglie attive sul territorio di Vimercate.

La loro adesione alla vita collaborativa e solidale nasce dall'esigenza comune di migliorare la qualità della propria vita dal punto di vista relazionale e ambientale, e trovare risposta concreta ai loro bisogni di condivisione solidale nella quotidianità.
Nel maggio 2010 l'Amministrazione Comunale, sensibile al tema del co-housing, promuove un bando per l'assegnazione di un terreno, al quale le famiglie partecipano costituendo l'associazione di promozione sociale, "La Corte dei Girasoli", e nel luglio 2010  vincono il bando e l’area  comunale in Via Fiume.
La Corte dei Girasoli è il primo progetto di co-housing promosso da una Pubblica Amministrazione in Italia, che interviene su alcune caratteriste fondamentali dell’edificio: destinazione a co-housing, con indicazioni su spazi comuni, apertura alla comunità e sostenibilità energetica.
Il team di progettazione guidata dall’arch. Davide Prandin realizza un progetto in cui il condominio aggrega e favorisce il dialogo e la condivisione, e utilizza la tecnologia e le soluzioni costruttive come strumenti al servizio degli abitanti.
La sostenibilità energetica è l’arma vincente e innovativa di questo progetto: utilizzo di fonti energetiche geotermiche per riscaldamento, raffrescamento e acqua sanitaria, il dispositivo della serra solare per riscaldamento passivo, pannelli fotovoltaici, sistema costruttivo in X-Lam, con pareti piene in legno portanti assicurano ai futuri abitanti quasi assoluta autonomia energetica e alti requisiti antisismici.

La comunità di abitanti

La Corte dei Girasoli è il primo modello vivente di co-residenza partecipata in Brianza: 14 famiglie si sono riunite in una prima fase per partecipare al bando con il primo progetto, e in numerose altre fasi successive di progettazione partecipata della loro futura casa, come ci racconta Davide, progettista e direttore dei lavori: “abbiamo lavorato con loro giorno e notte, e nonostante i numerosi problemi, i progetti finiti e buttati via, non hanno mai abbandonato quest’idea”.
Il percorso di progettazione partecipata ha coinvolto anche il supporto di un esperto in dinamiche di gruppo per rafforzare le relazioni interne e le motivazioni di partenza.
Nel corso degli anni il gruppo di partenza si è parzialmente modificato, ma nessun alloggio è mai rimasto vuoto, poiché se alcuni hanno rinunciato, altri hanno creduto nel progetto e nei valori che sono alla base e sono entrate a far parte dell’associazione.
Ad oggi le famiglie sono protagoniste della costruzione, visitano periodicamente l’avanzamento del cantiere e vedono la loro casa che prende forma.

Vimercate 1
Il ballatoio di distribuzione degli alloggi, perimetrale e con affaccio verso l'esterno dell'edificio

 

Vimercate2
Lo spazio interno dell'alloggio:  la zona giorno con ingresso da l ballatoio e l’affaccio privato sulla corte interna

 

Vimercate3
Le logge private con affaccio sulla corte interna

 

La collaborazione

La condivisione e il sostegno alla collettività si concretizzeranno in numerose iniziative che diverranno parte fondante del modo di abitare.
I futuri abitanti, che vogliono vivere in modo attivo e partecipe il territorio, si fanno promotori attraverso gli spazi architettonici a disposizione di iniziative e servizi alla cittadinanza.
Come da prescrizioni da parte della Pubblica Amministrazione, gli spazi comuni voluti dalle famiglie devono essere accessibili dall’esterno per una durata di dieci anni per almeno due sere al mese.
Il progetto prevede la corte centrale, una biblioteca con sala lettura dedicata al tema dell’abitare collaborativo accessibile almeno due sere al mese alla collettività (tramite sito on line in fase di implementazione), una sala comune con cucina e servizi, dove saranno organizzati doposcuola per i ragazzi delle scuole limitrofe, e a disposizione delle associazioni di volontariato permettendo il loro ritrovo; infine un monolocale destinato ai parenti dei degenti del nuovo ospedale di Vimercate (firmato dall’arch. Mario Botta), e studenti o insegnanti che si fermino a nella nostra città per motivi di studio a prezzi ridottissimi o addirittura gratuito, per periodi medio-lunghi.

 

Vimercate4
Lo spazio della corte centrale, aperta e collegata al parco di quartiere

 

Contatti
Indirizzo:Via Fiume, 20059 Vimercate (MB)
Websitehttp://www.lacortedeigirasoli.it/
Webcam di Cantiere: La Corte dei Girasoli Webcam di Cantiere
Social: facebook   twitter
Referente: Laura Papetti
Mail: laura_papetti@libero.it

Intervista e Editing di Mariana Soricelli

Le visite guidate fanno parte di Experimentdays Milano 11-12 ottobre 2014 
www.experimentdays-milano.it

Per registrarti:  registrati qui alla visita a La Corte dei Girasoli

19/09/2014No Comments

Condominio Solidale di Bruzzano MI

UNA COMUNITÀ BASATA SU ACCOGLIENZA, APERTURA E CONDIVISIONE

Bruzzano_1
L'ingresso del condominio

Il condominio è formato da tre palazzine comunicanti di tre piani ciascuna che si affacciano su un cortile, in cui vivono due comunità: una composta da sette famiglie e una comunità per malati psichici. Le famiglie fanno parte di Mondo Comunità e Famiglia, associazione nata nel 2003 che ha la sua origine nella comunità di Villapizzone, fondata a Milano nel 1978.

La comunità di abitanti

La comunità è nata con l’insediamento delle famiglie, che sono andate ad abitare nei loro appartamenti quando ancora i lavori non erano completati, e così negli anni lavorando insieme sono andati a ricostruire il luogo in cui vivono. Parallelamente c’è stato l’insediamento della comunità degli ex ospiti del Paolo Pini per i quali la presenza dei vicini e l’inserimento in un ambiente familiare è una terapia, infatti, uno dei valori che la comunità di Bruzzano condivide è proprio l’apertura. Un altro è l’accoglienza: ogni famiglia decide liberamente in che modo e chi, solitamente persone fragili, accogliere per un periodo all’interno della struttura. La condivisione è il terzo dei valori, che si traduce anche in condivisione economica: gli stipendi di tutti gli abitanti vanno su un unico conto corrente di cui ognuno utilizza quello che ritiene necessario.

Bruzzano_2
A casa di Isabella e Marco, dove siamo stati accolti con un sorriso

La collaborazione

Il metodo della condivisione ha portato alla creazione di spazi comuni, ci porta a conoscerli Marco, marito di Isabella, che ha partecipato alla realizzazione di passerelle che permettono il passaggio da un edifico all’altro per favorire i momenti di scambio e incontro e facilitare l’accesso alla dispensa comune. Il cortile è un grande parco giochi per i bambini e il luogo in cui avviene solitamente l’incontro con gli ex pazienti del Paolo Pini. La cantina è immensa ed è usata come magazzino comune o deposito anche per persone esterne alla comunità. Il salone si trova al piano terra, dove si organizzano feste e si svolgono riunioni, con la possibilità di essere affittato da persone esterne.

La Sosta Solidale è un’iniziativa partita dalle famiglie per aprirsi maggiormente all’esterno e consolidare il valore dell’accoglienza. L’ostello ha portato nuovi scambi, un flusso di persone “normali” e un servizio in più per i parenti di persone ospedalizzate che ora hanno un posto in cui dormire vicino ai loro cari; così ci spiega Isabella, che gestisce l’ostello insieme agli altri condomini.

Bruzzano_3
Il giardino del Condominio Solidale

Bruzzano_4
Grazie alle passerelle costruite dagli abitanti si passa da un’edifico all’altro per favorire i momenti di scambio e incontro

L’integrazione nel quartiere è stata graduale per entrambe le comunità. All’inizio c’erano rifiuto e diffidenza nei loro confronti, ma successivamente, soprattutto grazie all’inserimento scolastico dei figli, ci sono state delle occasioni di contatto che hanno favorito l’integrazione, non solo all’esterno del condominio ma anche al suo interno.

Bruzzano_5
Nel cortile ci s'incontra ma soprattutto si gioca!

Ci racconta ancora Isabella che ha scelto di abitare qui perché vive a stretto contatto con persone che, anche se completamente diverse da lei, le hanno permesso di confrontarsi e di mettersi in discussione, di crescere e di avere maggiore sicurezza. Il rovescio della medaglia di questo stile di vita è che per prendere decisioni nel totale rispetto di tutti, i tempi si dilatano e che a volte è difficile essere sempre bendisposti verso le esigenze degli altri, ma sapendo che la disponibilità è reciproca, c’è la volontà di superare questa difficoltà.

Il consiglio di Isabella e marco: "Se a qualcuno interessasse vivere in una comunità gli consigliamo di vederne tante per conoscere e capire qual'è lo stile più adatto."

Contatti
Indirizzo:Via Urbino 9, 20161 Milano
Websitewww.comunitaefamiglia.org
Referenti: Isabella e Marco
Mail: Isabella: escalante.isabella@gmail.com ; Marco: ma.frigerio@gmail.com

Intervista e Editing di Caterina Ardizzon e Serena Nardin

Le visite guidate fanno parte di Experimentdays Milano 11-12 ottobre 2014 
www.experimentdays-milano.it

Per registrarti:  registrati qui alla visita al Condominio Solidale di Bruzzano

03/09/2014No Comments

Biblioteca Condominiale Rembrandt 12

DA UNA MANCIATA DI LIBRI A UNA COMUNITÀ SOLIDALE

Biblioteca Roberto 1
La biblioteca nel giorno dell’inaugurazione

La comunità

L’idea di una biblioteca condominiale è nata dal sig. Roberto Chiapella che racconta “La storia è semplice: all’inizio volevo fare uno scambio! Avrei potuto farlo con qualsiasi oggetto, i libri mi sono capitati per caso. Mi sono sembrati un pretesto semplice, bello. Li ho trovati nel cassonetto, nuovi. Poi ho iniziato a spargere la voce…uno mi ha dato la libreria, l’altro mi ha dato altri libri”. La biblioteca è stata inaugurata il 2 febbraio 2012, alla presenza di 200 persone tra condomini e non.

La comunità col tempo si è allargata “Siamo una comunità aperta, e se qualcuno entra, porta idee, libri, storie, e se vuole unirsi a noi per la cena del mercoledì anche una pizza!” spiega Adele, inquilina del 3° piano.

La biblioteca è diventata presto anche un centro d’ascolto, grazie soprattutto alla cordialità e alla disponibilità del signor Roberto, che spiega “Le persone che vengono qui spontaneamente, perlopiù, sono persone che hanno difficoltà di inserimento nel mondo del lavoro, ragazze e ragazzi laureati che non riescono a trovare occupazione, che vendono i biglietti della metro, che puliscono le scale nei musei, che fanno le promoter del caffè…vengono qui e ci raccontano la loro storia, storie di disagio, di malessere, di solitudine.”

Biblioteca Roberto 2
Il signor Roberto, ideatore della biblioteca, soprannominato “il prete confessore”

La collaborazione

La biblioteca è aperta tre giorni a settimana dalle 16 alle 18. Il signor Roberto è quasi sempre presente, quando non c’è lui altri condomini lo sostituiscono. “È come se fosse il negozio e deve essere aperto! Abbiamo inventato un servizio e bisogna portarlo avanti” puntualizza Roberto. L’offerta della biblioteca è abbastanza completa, ci sono quasi tutti i generi, dispone di un archivio digitale e (per sicurezza) cartaceo.

L’iniziativa si sta allargando “La stanzetta come vedete è piccolissima, abbiamo già raggiunto il soffitto, e non possiamo andare più su di così! Allora parte dei libri vengono portati alla biblioteca del carcere di Opera e presto avremo un collegamento diretto con San Vittore” spiega Roberto. L’idea di estendere l’iniziativa alle carceri ha la stessa motivazione del condominio: avvicinare le persone. “In un carcere le persone sono allontanate dal mondo, separate e recluse. Io cerco di riavvicinarle così, e il libro è l’unica cosa che li fa uscire da quel posto”.

Difficoltà incontrate?

Superare la diffidenza delle persone. Roberto racconta così l’assemblea condominiale in cui doveva essere approvata la biblioteca “Sapevo già che i più critici avrebbero posto il problema della sicurezza perché si tratta di un’attività di libero accesso ai cittadini…in effetti, poi è stato facilmente scavalcato dimostrando che quest’attività è una forma di controllo e presidio. Non abbiamo mai avuto un portiere, quindi stiamo offrendo a tutti gli effetti un servizio di portierato a costo zero!”. La grande visibilità sui giornali, i numerosi apprezzamenti hanno fatto si che ci fosse un ampio consenso, contro il quale sarebbe stato difficile andare. “Alla fine anche i più dubbiosi hanno capito che si può stare qua a condividere qualcosa, quantomeno le parole…”

Biblioteca Roberto 3
“Siamo una comunità aperta, chiunque entra può portare libri, storie, idee...”

Buoni motivi per vivere qui

Il signor Giacomo racconta “Bisogna riconoscere che per tutti noi l’idea di Roberto è stata grandiosa. Io non abito qui, vengo da fuori, e qui ho trovato qui amici, soccorso se ne ho bisogno, un punto di riferimento nei momenti di solitudine per un uomo anziano come me.”

Contatti
Indirizzo: Via Rembrandt 12, Milano
Website (&social) facebook: Biblioteca Rembrandt 12
Referente: Roberto Chiapella
Mail bibliorembrandt12@gmail.com

Intervista di Selena Belleggia e Mariana Soricelli   www.polidesign.net/it/housing
Editing Chiara Gambarana

 Le visite guidate fanno parte di Experimentdays Milano 11-12 ottobre 2014 
www.experimentdays-milano.it

Per registrarti:  www.eventbrite.it

16/05/2012No Comments

GIOVANE, SOCIEVOLE, ECONOMICO – COSYCOH è il primo progetto di cohousing in affitto in Italia

Il  progetto COSYCOH è il primo progetto di cohousing in affitto creato in Italia: otto appartamenti attualmente occupati da persone che da coinquilini e chissà magari anche amici condividono la loro casa e da giovani coppie, alcune con bambini piccoli. A disposizione ci sono spazi comuni ampi e di qualità: una sala comune di 65 mq  al quinto piano, una terrazza e un’area al piano interrato attrezzata come lavanderia condominiale per abbassare i costi e avere una buona occasione per incontrarsi mentre si fa il bucato..
Ci vediamo in Via Alamanni, 20, non farete fatica ad arrivare...

10/05/2012No Comments

Il Villaggio Scarsellini

Il nuovo complesso in via Scarsellini è costituito da due palazzi grossi di circa 100 alloggi a palazzo. Sono stati costruiti da due cooperative appartenenti a due consorzi storici di Milano, CCL e Ca' Granda. Tra i palazzi c'è un giardino (ancora in costruzione) che fa parte del complesso, ma sarà un giardino pubblico Gestito dai condomini. Nei palazzi sono previste sale comuni attrezzate e giardini pensili. Alcuni dei condomini, facendo parte di una social network dedicata, hanno già avviato molte iniziative come il GAS, la condivisione di strumenti, convenzioni con aziende e altro. Venite a vedere un luogo nuovo e giovane, ecologico e sociale!

29/04/2012No Comments

Housing sociale, quartiere socievole, il villaggio Barona

Il 04/05 alle 18 saremo al Villaggio Barona,

Il Villaggio rappresenta un caso emblematico di come interventi di Housing Sociale possano contribuire a restituire ai cittadini parti di città altrimenti lasciate all’abbandono e al degrado ambientale e sociale. La sfida è stata quella di avvicinare situazioni ordinarie e straordinarie e di sostenere pratiche di autogestione per rafforzare il senso di appartenenza ad una comunità. Oggi, a 10 anni dalla sua nascita il quartiere si presenta come una realtà vivace e coesa e l’esperimento può dirsi riuscito.

Ad accompagnarci nella visita ci sarà Gabriele Rabaiotti, architetto progettista ma anche inquilino del Villaggio.

Per informazioni sul Villaggio Barona andate QUI.