23/03/2016No Comments

Arrivano i Cohousing Drinks

Da aprile arrivano i Cohousing Drinks, le occasioni per scoprire tutti i segreti del cohousing e incontrare i tuoi futuri vicini di casa, il tutto davanti a un buon drink all'interno degli spazi Lago.

 

 

In ogni Cohousing Drink affronteremo un tema specifico del progettare, costruire, vivere cohousing con la testimonianza di coabitanti che ce l'hanno fatta o esperti del tema. Seguirà sempre un momento di presentazione di progetti in corso e di networking. Quindi se sei parte di un gruppo di amici che cerca altre famiglie per realizzare un cohousing o un singolo in cerca di gruppi o progetti cui aderire, i Cohousing Drinks sono l'occasione giusta per incontrare persone con bisogni simili ai tuoi e costruire comunità di futuri cohousers.

Si parte il 7 aprile presso Open (viale Monte Nero 6, Milano) insieme ai cohousers di Base Gaia. Ci avevano già parlato della loro esperienza con questo post e durante Experimentdays Milano, il 7 aprile ci racconteranno gioie e fatiche del progettare e costruire il cohousing dei propri sogni! Chi meglio di loro può rispondere ai dubbi e le domande di aspiranti cohousers?

Nei successivi Cohousing Drinks parleremo di agevolazioni e finanziamenti per cohousing, di forme giuridiche per la costruzione condivisa e conosceremo i coabitanti de La Corte dei Girasoli di Vimercate presso l'Appartamento Lago, clicca qui per scaricare il programma dei primi 4 appuntamenti.

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I Cohousing Drinks sono organizzati da CohousingLab, rete di professionisti esperti in accompagnamento e sviluppo di abitare collaborativo e sociale, in collaborazione con Lago.

Il costo di partecipazione per ogni incontro è di 5 euro, comprensivo di aperitivo. Partecipazione gratuita per i soci HousingLab.

I posti per i Cohousing Drinks sono limitati, pertanto iscrivetevi agli incontri che vi interessano compilando il questo form

Per maggiori informazioni contattteci a info@housinglab.it

 

02/11/2015No Comments

Cohousing SANGIORGIO

Oggi vi raccontiamo un'altra bella storia di cohouser che ce l'hanno fatta, vi portiamo a Ferrara a scoprire il Cohousing San Giorgio, un progetto di vicinato collaborativo con particolare attenzione all'efficienza dell'edificio.

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Il progetto del Cohousing San Giorgio è nato dall’iniziativa dell’associazione Cohousing Solidaria, che ha radunato negli anni un gran numero di famiglie interessate ai temi dell’abitare condiviso. All’interno dell’associazione, nel 2013 è nato un gruppo di famiglie interessato a partire con il primo progetto cittadino; è stata scelta l’area, sono stati scelti i progettisti (Rizoma Architetture) e poi, attraverso un percorso di progettazione partecipata svolto con il metodo della charrette, le famiglie riunite nella Cooperativa Cohosuing Solidaria hanno definito il “progetto su misura” e successivamente indetto una gara per scegliere l’impresa di costruzioni. Il cantiere è partito nell’agosto 2014 e l’impresa, la Costruzioni Ferruccio Maestrami di Loiano-BO, ha consegnato l’edificio ad inzio giugno 2015.

Il Cohousing SANGIORGIO è stato realizzato all’interno di un lotto di circa 3500 mq a circa 2 km dal centro storico di Ferrara, affacciato sul fiume Po di Primaro, in una zona paesaggisticamente protetta a pochi passi dalla rinascimentale chiesadi S.Giorgio, patrono della città.

Planimetria

L’edificio ospita persone di diverse fasce di età, persone da sole, famiglie con bambini ed adolescenti. L'obiettivo del progetto era promuovere nuove forme di vicinato solidale nell'ambito della sostenibilità ambientale e della solidarietà tra generazioni. Il progetto è stato pensato in modo da rispondere in pieno alle esigenze individuali e collettive ed oltre alle unità immobiliari verranno realizzati numerosi spazi di condivisione.

La realizzazione dell'edificio è avvenuta in linea con i principi progettuali delle strutture in legno, con l’intenzione di raggiungere la qualificazione nZEB - nearly zero energy building. Gli aspetti compositivi principali definiscono un volume di tre piani con un fronte aperto verso il lato sud-ovest con la presenza di sporti e logge che consentono un ombreggiamento naturale delle bucature durante i mesi estivi; mentre la necessità di installare le strutture per i pannelli fotovoltaici verso sud, ha condizionato il disegno di una “Falda Solare” di superficie maggiore rispetto a quella orientata a nord.

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Il fabbricato è composto da 7 unità abitative e dei relativi spazi comuni (cucina e sala da pranzo, zona lettura e biblioteca comune, lavanderia, dispensa alimentare e angolo hobby), sviluppati su tre piani fuori terra. L’edificio si dispone parallelamente rispetto alla linea del confine di proprietà verso il fiume ed è stato realizzato con materiali naturali e riciclabili, con tecnologia costruttiva a pannelli portanti di legno tecnologia X-LAM, di spessore variabile dai 10 ai 14 cm, coibentati verso l’esterno da cappotto termico in fibra di legno spessore 20 cm. Anche i solai interpiano e quello di copertura sono stati realizzati in pannelli portanti di legno di spessore 20 cm; la copertura presenta una coibentazione di 24 cm in pannelli di fibra di legno a densità variabile e manto di copertura in lamiera.

Il volume compatto del fabbricato consente di avere un buon rapporto S/V, mentre le soluzioni progettuali ed impiantistiche adottate consentono di calcolare un indice di prestazione globale Eptot (riscaldamento+acqua calda sanitaria) = 2,2 KWh/mq anno, collocando la costruzione in classe CLASSE A+ (ora divenuta A4).

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È un edificio off-grid: non ha la connessione alla rete del gas, il sistema di smaltimento delle acque reflue viene effettuato in sito senza collegamento alla rete fognaria pubblica ed è stata installata una vasca di raccolta dell'acqua piovana di 12.700 litri, che consente l'irrigazione del giardino e dell'orto condiviso. Il sistema di riscaldamento-raffrescamento e ventilazione meccanica controllata con deumidficazione, è affidato ad un combinato di pompa di calore e macchine a ciclo entalpico, ognuna per ogni unità abitativa, il cui funzionamento è collegato all’impianto fotovoltaico da 15 kw posto in copertura. Nel bilancio dei consumi e dell’energia prodotta, a ciclo completo questi aspetti si tradurranno in una spesa per ogni famiglia prossima allo zero.

Curiosi di scoprirne di più? Seguite il loro diario di cantiere qui e venite a conoscere Rizoma Architetture a #xdaysmi15

18/10/2015No Comments

#ZUP e l’abitare: le ricette per progettare insieme

Abbiamo conosciuto ZUP e le sue ricette a #xdaysmi14, da allora un anno ricco di progettazione partecipata su cohousing, spazi comuni, orti condivisi, ma anche di collaborazioni, tra cui quella con un altro espositore, Abito. ZUP ci racconta tutto questo e altro, nell’attesa di presentarvi le sue nuove ricette a #xdaysmi15.

2-23Da circa due anni ZUP The recipe for change applica le proprie tecniche di progettazione partecipata al mondo e al tema dell’abitare, dall’housing sociale, al cohousing fino ai condomini tradizionali che cercano di migliorare la situazione abitativa. Grazie alla nostra partecipazione a Experiment Days 2014, abbiamo ulteriormente aperto il ventaglio delle nostre realizzazioni: dal #co-progettare spazi comuni come cucine o giardini e orti condivisi, alla scrittura condivisa di un regolamento di buon vicinato, al ripensamento sulla destinazione d’uso degli spazi comuni anche in condomini tradizionali, fino al supporto per affrontare e programmare ristrutturazioni per rendere la casa più sostenibile (dai consumi agli stili di vita dei suoi abitanti).

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Sono tanti i condomini che in questo momento hanno bisogno di un input positivo: dopo il boom degli anni 60 e 70, nel quale le case sono cresciute con la fisionomia di ‘fabbricati anonimi” o “dormitori”, si comprende adesso quanto questo tipo di casa e d’abitare non risponda più alle esigenze sociali, di condivisione, di solidarietà, economiche e energetiche attuali.

Soprattutto nelle grandi città, dove il concetto di famiglia tradizionale è fortemente in evoluzione, le reti di vicinato provano a sostituire o a sostenere il singolo nucleo familiare: per condividere la macchina, per fare la spesa, per tenere sotto controllo la casa durante le ferie, ecc

Il canovaccio di ZUP racconta le diverse esperienze di progettazione partecipata, i diversi cambiamenti descritti e condivisi nei laboratori, grazie a delle ricette di un nuovo abitare.

In Via Cenni, presso Cennidicambiamento, una delle realtà di cohousing più interessanti del panorama nazionale (Milano), abbiamo lavorato con un gruppo di persone che avevano bisogno di un supporto nel lavoro di coprogettazione di un orto. Senza una visione difficilmente c’è un progetto: per questo il gruppo ha capito che tipo di orto voleva e perchè, con quale impegno e per raggiungere quali risultati (in termini di benessere, di piacevole coabitazione o anche solo di raccolto) solo dopo aver affrontato un laboratorio con ZUP. Ripetiamo questo esperienza in ottobre, in un nuovo condominio della cooperativa Ferruccio Degradi a Figino.

Cenni 012Cenni 004Invece, con Abito a Rovereto, un’altro dei partecipanti di Experiment Days 2014, abbiamo scritto il ricettario del Buon Vicinato con come primo obiettivo la scrittura del regolamento del condominio e la selezione dei nuovi inquilini. Abito è una start-up trentina fondata nel 2014 per sviluppare servizi per il community building seguendo i temi dell’economia sociale, sviluppo urbano sostenibile e azioni di welfare territoriale. In sostanza lavora per la condivisione delle soluzioni e delle spese all’interno di condomini, che con la ‘scusa’ del risparmio diventano presto dei nuclei e dei modelli di abitare smart, solidale, collaborativo.

Uno dei progetti che Abito segue in questo momento è in un condominio dell’APSP, Azienda Pubblica di Servizi alla Persona, Vannetti di Rovereto. Un contesto complesso, per caratteristiche di età degli inquilini, di lunga permanenza nei diversi appartamenti, di cambiamenti imminenti per via dei lavori previsti, nel quale il nostro intervento è stato l’occasione per un incontro collettivo dopo quasi 12 anni fa.

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In un primo incontro nel quale erano presenti quasi tutti gli abitanti abbiamo fatto un percorso preciso: cosa mi lega a casa mia? Perché tengo agli spazi comuni? Cosa vorrei fare negli spazi comuni? In questo modo abbiamo affrontato un percorso costruttivo sulle regole, partendo dai motivi che rendono caldo e accogliente il proprio spazio personale, fino alle possibilità di vivere meglio tutti gli spazi di un condominio e non solo quelli personali.
In poco più di due ore siamo riusciti a far descrivere alle persone degli esempi concreti e delle soluzioni potenziali per diversi disagi o esigenze. Ecco il risultato.

In altre occasioni abbiamo lavorato con pubblici privilegiati: architetti e altri professionisti del settore housing, desiderosi di imparare e di provarsi con nuove e diverse tecniche di coprogettazione. Con questi gruppi abbiamo condotto il laboratorio Come in una Cucina per dimostrare dalla pratica come ZUP diventa strumento per condividere esigenze dei (futuri) inquilini e per elaborare visioni strategiche nuove, necessarie per scegliere le soluzioni ‘tecniche’ più adatte. Come ambito di elaborazione sia la cucina (Fa La Cosa Giusta e ZUPlab presso impactHUB Milano) sia di nuovo l’orto condiviso.E le prossime ricette? Su spazi progettati da bambini, ancora su orti condivisi, su cucine? Presso condomini di impianto tradizionale o cohousing di nuova generazione?

Ve lo racconteremo durante Experiment Days 2015 con un nostro stand e con diverse attività nel programma culturale. Se intanto volete saperne di più visitate il nostro sito zuplab.com o scrivete a info@zuplab.com

#zup #therecipeforchange #zupinprogress #progettazionepartecipata #xdaysmi15

06/10/2015No Comments

Base Gaia chiama Terra

Vi ricordate di Base Gaia, il primo cohousing dal basso di Milano? Ve ne avevamo parlato qui.

Curiosi di sapere come sta andando, a che punto sono? L'abbiamo chiesto direttamente a loro! Gustatevi questo racconto e venite a trovarli a Experimentdays Milano!

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Un anno fa eravamo ancora un piccolo gruppo di 4 famiglie alla ricerca di nuovi interessati a condividere i nostri stessi sogni e qualche passo già realizzato: c’era un terreno candidato all’acquisto e la scelta dei professionisti che ci avrebbero seguito.

In questo anno siamo cresciuti fino ad arrivare ai 10 nuclei familiari che stanno dando vita al sogno e abiteranno Base Gaia.

Ci siamo guardati e conosciuti tutti insieme, abbiamo condiviso le nostre aspettative, i nostri dubbi, e i nostri perché di una scelta come questa, abbiamo limato qualche spigolo e siamo diventati un bel gruppo tondo tondo, pronti a rimboccarci le maniche per fare sul serio.

Abbiamo così fondato una società cooperativa per darci una forma giuridica e abbiamo acquistato il terreno opzionato in precedenza.

Abbiamo lavorato duro con tutti i professionisti che ci stanno seguendo con immensa pazienza; architetti e costruttori, commercialista e banche, avvocato e notaio, per seguire ogni fase di avanzamento del progetto, cercando di fare scelte che ci assomigliassero e nelle quali ognuno di noi si riconoscesse.

Parallelamente abbiamo mantenuto aperto un dialogo con il Comune di Milano, per costruire insieme nuove forme dell'abitare, ancora poco conosciute in questa grande città.

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Settimanalmente abbiamo lavorato sul senso degli spazi privati e su quello degli spazi comuni, ragionando sulle necessità che possono soddisfare e sulle progettualità' che potranno ospitare.

Abbiamo elaborato la forma esterna di questa nostra casa, definito tagli e forme delle singole unità abitative, degli spazi comuni, e individuato l'impresa che si occuperà di costruire la casa (Biohouse). Abbiamo steso, revisionato, depositato e firmato statuti, convenzioni e atti.

Progetti e documenti sono stati consegnati alla commissione deputata e dopo tanto lavoro, oggi siamo in attesa dei permessi per costruire.

Ma il lavoro è ancora e sempre molto! Anche se siamo fermi per qualche mese in attesa delle approvazioni necessarie, ne approfittiamo per concentrarci su di noi.

Ci siamo suddivisi in sottogruppi di lavoro, per approfondire tematiche specifiche e poter poi confrontarci in plenaria con le idee più chiare su temi quali le relazioni e le dinamiche interne tra Basisti (così ci chiamiamo amichevolmente) e per la futura vita in cui condivideremo ben più di uno spazio comune, o le relazioni da coltivare con il territorio e la città, sul web e per le iniziative cui siamo invitati a partecipare.

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Siamo certi che molto presto Base Gaia sarà un luogo reale. L’articolo 38 dell’atto costitutivo della Cooperativa, d’altronde, dice: “Siamo belli e avremo la fortuna degli audaci”.

Quando abbiamo partecipato a Experiment Days lo scorso anno pensavamo di riuscire a trovare altre famiglie interessate a portare avanti il progetto con il gruppo originario dei 4, ma in realtà in quell’occasione questo obiettivo è andato buco. Ci ha permesso però di crescere come gruppo e di capire che strada intraprendere, per creare materiale informativo e divulgativo sulla nostra esperienza ed arrivare a più persone. Experiment Days ci ha permesso di raccontarci e dunque chiarirci le idee e rendere ancora più forte il progetto che avevamo in mente fino a farlo diventare realtà.

Anche se ancora non viviamo tutti insieme pensiamo di avere intrapreso un percorso che ci ha portato alla conoscenza profonda dei nostri ideali dell’abitare, tema sul quale ci confrontiamo costantemente negli incontri che settimanalmente ci vedono riuniti.

La cosa più importante per chi sceglie di vivere in cohousing è senza dubbio unirsi ad un gruppo che sia mosso dagli stessi desideri e necessità, un gruppo con cui condividere una stessa idea che si fa progetto e successivamente realtà.

È indispensabile una carica di intraprendenza e coraggio. Chi, come noi, decide di intraprendere questo percorso dal basso (un gruppo che si costituisce e poi dà vita ad un progetto), non ha sicurezze in partenza e non può far altro che scommettere su di sé.

Utopia? No, e noi ne siamo la prova. Ci vogliono dedizione, passione, molto tempo e parecchie energie che vengono quotidianamente spese ma anche ripagate dai piccoli successi, dalle decisioni condivise e dalle risoluzioni degli inevitabili conflitti.

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È fondamentale scegliere un buon team di professionisti che siano sì esperti del loro lavoro, ma che abbiano anche la capacità di comprendere un progetto così complesso e ambizioso, nonché una buona dose di creatività e pazienza.

L'innovazione richiede spesso la capacità di cambiare prospettiva e di rimettere tutto in discussione per trovare compromessi che non abbiano il sapore della rinuncia e che tengnao sempre e comunque conto della strada già fatta.

Di fronte a tanta complessità ci si potrebbe chiedere… ma ne vale la pena? La risposta di Base Gaia e' OVVIAMENTE Sì!!!

La possibilità di concretizzare scelte diverse che sono la declinazione di un sistema di valori diverso è una enorme opportunità.

Nel nostro caso, condividere un percorso condiviso per un abitare collaborativo significa essere disposto a intrecciare vite, esperienze, storie, abitudini e interessi, perché questo diventi un motore di energia pulita e rinnovabile in tutti i sensi!

20/01/2015No Comments

Visioni di cohouser

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Cosa succede quando un gruppo di futuri Cohouser si deve allargare? Passare da 4 a 10-12 nuclei è un’impresa importante: il cambiamento è molto grande e si deve verificare che ci sia una visione condivisa e le aspettative non siano molto diversificate.

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Le famiglie di Base Gaia ci hanno chiamato per lavorare con il nuovo gruppo ed elaborare insieme un’idea condivisa. Il lavoro ha due scopi principali: conoscere meglio i membri del gruppo e verificare la coerenza delle attese, delle idee progettuali e le ideologie. Abbiamo condotto e facilitato due giornate, usando strumenti dal mondo del design dei servizi per immaginare scenari futuri, scegliere e anche fare cambiare idea agli altri.

Inoltre abbiamo usato il gioco di ruolo per metterci dei pani degli altri e per esprimere idee diverse delle nostre.

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Dopo le due giornate, i nuclei nuovi al progetto hanno espresso il desiderio di continuare a fare parte del processo. Infine abbiamo estratto i timori, le paure e i dubbi che si devono affrontare in modo da poter continuare serenamente insieme.

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Grazie Base Gaia per questa occasione e in bocca al lupo!

15/10/2014No Comments

Cohousing Chiaravalle

Eventbrite - Di porta in porta / Cohousing Chiaravalle

RIGENERAZIONE URBANA, SOSTENIBILITA’
Cohousing Chiaravalle è il nome del nuovo cohousing presentato a Milano nel febbraio 2014 da NewCOh srl, e si propone di promuovere e il completare progetti di cohousing sul territorio italiano, in collaborazione e/o col supporto di imprenditori privati, istituzioni pubbliche oppure direttamente o in forma cooperativa.

L’edificio è un’antica cascina del ‘600, Cascina Gerola, oggetto di imminente ristrutturazione, e rappresenta la sintesi di tutti gli elementi che consideriamo fondamentali per un cohousing da manuale, in cui il valore principale condiviso è l’innovazione e la sostenibilità : “Cohousing Chiaravalle è per noi sinonimo di sostenibilità totale, dove per sostenibilità totale intendiamo l'unione della sostenibilità ambientale, sociale ed economica” racconta Marco Bolis, responsabile sviluppo presso Newcoh srl.

Cohousing Chiaravalle si trova a Milano ma già nel pieno del Parco Agricolo Sud, tra i più ampi ed importanti d’Europa e si relaziona con il borgo di Chiaravalle, antico centro abitato, dove operano numerose associazioni cittadine (in particolare Borgomondo per Chiaravalle Sostenibile) , potenzialmente luogo di espressione di una vita sostenibile a consumo 0.

Il progetto architettonico di recupero e trasformazione della Cascina Gerola firmato BUNCH (in particolare dall’architetto Giano Donati), è un progetto sostenibile oltre che per il riuso dell’esistente, in un contesto di grande monumentalità (Abazia e il Cimitero ), anche per i sistemi di raffrescamento e riscladamento, totalemente sostenuto dallo sfruttamento delle acque reflue provenienti da depuratore.
All’interno di Cohousing Chiaravalle sarà possibile scegliere tra numerose tipologie abitative che vanno dall’appartamento mono-piano con o senza giardino, alla villetta su due livelli a loft soppalcati.

Chi vorrà aderire al progetto acquisterà solamente il proprio spazio privato, tutti gli spazi comuni non sono conteggiati e verranno consegnati arredati secondo quanto emerso nell’ambito della progettazione partecipata.

 

Render di progetto: Cascina Gerola cortile interno del complesso, visto dall'ingresso principale su via Sant'Arialdo.

 

La comunità

 

Dal lancio pubblico del progetto (febbraio 2014) fino è stato portato avanti un intenso lavoro con chi ha aderito al progetto fin dall’inizio, poiché il progetto parte sempre dai bisogni e dai desideri dei futuri abitanti, che di fatto rappresentano il punto di partenza: da una parte il dialogo in un rapporto one-to-one per progettare insieme a ciascuno la propria casa, dall’altro lato incontri di gruppo per la fase conoscitiva e la progettazione partecipata.

Durante i primi incontri gli aderenti al progetto hanno potuto conoscersi, mettere in comune le proprie esperienze abitative, le motivazioni che li hanno spinti a cercare una soluzione abitativa in cohousing, le loro storie e le loro aspettative.

Al momento la comunità è formata da un gruppo quasi consolidato di 20 famiglie, con altri 20 alloggi ancora liberi.
Molte delle persone che avevano manifestato interesse hanno confermato la loro scelta, costituendo così il gruppo promotore di Cohousing Chiaravalle, e per saperne di più, i potenziali cohouser hanno compilato un form, nel quale hanno risposto a domande sulla loro identità (famiglie 32%, single 27%, coppie 41%), su età (under 20 corrispondente al 14%, fra 20-35 anni al 21%, fra 35-65 anni al 60%, over 65 al 5%), e infine su occupazione (artisti, professionisti, impiegati, imprenditori, sociologi ed educatori, operatori sanitari, e ricercatori).

Di seguito hanno espresso le loro esigenze, attraverso un questionario sulle attività collaborative e gli spazi comuni (spazi tecnici e hobby, spazi per la convivialità, spazi per la cura dei bambini/anziani/ospiti, spazi per lo sport e wellness, spazi verdi, spazi per il lavoro e lo studio, spazi produttivi e vendita), allo scopo di identificare i principali profili di comunità e realizzare spazi comuni che incontrino le esigenze dei futuri cohouser. L’orto comune permetterà la produzione del proprio cibo.

 

Giornata di progettazione partecipata: i cohouser si confrontano aiutati dalla facilitatrice Stefania Lattuille.

 

La collaborazione

 

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Giornata di progettazione partecipata: momento di brainstorming

 Il processo è in grado di produrre risultati a lungo termine: il senso di appartenenza ad una realtà viva, imparare a prendere decisioni insieme, apertura verso l’esterno e mutuo soccorso, attivazione di attività e servizi comuni di aiuto alla vita quotidiana, ossia la base della collaborazione futura.

Per incentivare processi collaborativi anche con la collettività e con il territorio, Cascina Gerola partecipa all’appuntamento periodico di Cascine Aperte, relazionandosi così con il Distretto Agricolo Milanese e con la rete de 33 cascine milanesi, per la promozione di storia, socialità e agricoltura: mercati agricoli e di autoproduzione, botteghe con vendita diretta di prodotti delle cascine partecipanti, biciclettate alla scoperta delle cascine milanesi, appuntamenti musicali, presentazioni di libri, incontri di approfondimento, laboratori di manualità, il tutto in una visione generale di riqualificazione del territorio, a cura di Associazione Cascine Milano e Distretto Agricolo Milanese, in collaborazione con Consorzio Villa Reale e Parco di Monza, e con il Patrocinio del Comune di Milano.

 

Contatti

Indirizzo: Cascina Gerola - via Sant'Arialdo 91, 20139 Milano

Website: http://www.cohousing.it/portfolio/cohousing-chiaravalle/

Social: https: //www.facebook.com/pages/Cohousing/459467507428161?fref=ts

E-mai referentel: daylight.bovolo@gmail.com

 

Intervista e Editing di Mariana Soricelli e Selena Belleggia

Le visite guidate fanno parte di Experimentdays Milano 11-12 ottobre 2014 
www.experimentdays-milano.it

Per registrarti:  registrati qui alla visita a cohousing Chiaravalle