18/10/2015No Comments

#ZUP e l’abitare: le ricette per progettare insieme

Abbiamo conosciuto ZUP e le sue ricette a #xdaysmi14, da allora un anno ricco di progettazione partecipata su cohousing, spazi comuni, orti condivisi, ma anche di collaborazioni, tra cui quella con un altro espositore, Abito. ZUP ci racconta tutto questo e altro, nell’attesa di presentarvi le sue nuove ricette a #xdaysmi15.

2-23Da circa due anni ZUP The recipe for change applica le proprie tecniche di progettazione partecipata al mondo e al tema dell’abitare, dall’housing sociale, al cohousing fino ai condomini tradizionali che cercano di migliorare la situazione abitativa. Grazie alla nostra partecipazione a Experiment Days 2014, abbiamo ulteriormente aperto il ventaglio delle nostre realizzazioni: dal #co-progettare spazi comuni come cucine o giardini e orti condivisi, alla scrittura condivisa di un regolamento di buon vicinato, al ripensamento sulla destinazione d’uso degli spazi comuni anche in condomini tradizionali, fino al supporto per affrontare e programmare ristrutturazioni per rendere la casa più sostenibile (dai consumi agli stili di vita dei suoi abitanti).

_NIK9966

Sono tanti i condomini che in questo momento hanno bisogno di un input positivo: dopo il boom degli anni 60 e 70, nel quale le case sono cresciute con la fisionomia di ‘fabbricati anonimi” o “dormitori”, si comprende adesso quanto questo tipo di casa e d’abitare non risponda più alle esigenze sociali, di condivisione, di solidarietà, economiche e energetiche attuali.

Soprattutto nelle grandi città, dove il concetto di famiglia tradizionale è fortemente in evoluzione, le reti di vicinato provano a sostituire o a sostenere il singolo nucleo familiare: per condividere la macchina, per fare la spesa, per tenere sotto controllo la casa durante le ferie, ecc

Il canovaccio di ZUP racconta le diverse esperienze di progettazione partecipata, i diversi cambiamenti descritti e condivisi nei laboratori, grazie a delle ricette di un nuovo abitare.

In Via Cenni, presso Cennidicambiamento, una delle realtà di cohousing più interessanti del panorama nazionale (Milano), abbiamo lavorato con un gruppo di persone che avevano bisogno di un supporto nel lavoro di coprogettazione di un orto. Senza una visione difficilmente c’è un progetto: per questo il gruppo ha capito che tipo di orto voleva e perchè, con quale impegno e per raggiungere quali risultati (in termini di benessere, di piacevole coabitazione o anche solo di raccolto) solo dopo aver affrontato un laboratorio con ZUP. Ripetiamo questo esperienza in ottobre, in un nuovo condominio della cooperativa Ferruccio Degradi a Figino.

Cenni 012Cenni 004Invece, con Abito a Rovereto, un’altro dei partecipanti di Experiment Days 2014, abbiamo scritto il ricettario del Buon Vicinato con come primo obiettivo la scrittura del regolamento del condominio e la selezione dei nuovi inquilini. Abito è una start-up trentina fondata nel 2014 per sviluppare servizi per il community building seguendo i temi dell’economia sociale, sviluppo urbano sostenibile e azioni di welfare territoriale. In sostanza lavora per la condivisione delle soluzioni e delle spese all’interno di condomini, che con la ‘scusa’ del risparmio diventano presto dei nuclei e dei modelli di abitare smart, solidale, collaborativo.

Uno dei progetti che Abito segue in questo momento è in un condominio dell’APSP, Azienda Pubblica di Servizi alla Persona, Vannetti di Rovereto. Un contesto complesso, per caratteristiche di età degli inquilini, di lunga permanenza nei diversi appartamenti, di cambiamenti imminenti per via dei lavori previsti, nel quale il nostro intervento è stato l’occasione per un incontro collettivo dopo quasi 12 anni fa.

Senza titolo2ZUP100in1gg_11

In un primo incontro nel quale erano presenti quasi tutti gli abitanti abbiamo fatto un percorso preciso: cosa mi lega a casa mia? Perché tengo agli spazi comuni? Cosa vorrei fare negli spazi comuni? In questo modo abbiamo affrontato un percorso costruttivo sulle regole, partendo dai motivi che rendono caldo e accogliente il proprio spazio personale, fino alle possibilità di vivere meglio tutti gli spazi di un condominio e non solo quelli personali.
In poco più di due ore siamo riusciti a far descrivere alle persone degli esempi concreti e delle soluzioni potenziali per diversi disagi o esigenze. Ecco il risultato.

In altre occasioni abbiamo lavorato con pubblici privilegiati: architetti e altri professionisti del settore housing, desiderosi di imparare e di provarsi con nuove e diverse tecniche di coprogettazione. Con questi gruppi abbiamo condotto il laboratorio Come in una Cucina per dimostrare dalla pratica come ZUP diventa strumento per condividere esigenze dei (futuri) inquilini e per elaborare visioni strategiche nuove, necessarie per scegliere le soluzioni ‘tecniche’ più adatte. Come ambito di elaborazione sia la cucina (Fa La Cosa Giusta e ZUPlab presso impactHUB Milano) sia di nuovo l’orto condiviso.E le prossime ricette? Su spazi progettati da bambini, ancora su orti condivisi, su cucine? Presso condomini di impianto tradizionale o cohousing di nuova generazione?

Ve lo racconteremo durante Experiment Days 2015 con un nostro stand e con diverse attività nel programma culturale. Se intanto volete saperne di più visitate il nostro sito zuplab.com o scrivete a info@zuplab.com

#zup #therecipeforchange #zupinprogress #progettazionepartecipata #xdaysmi15

16/06/2014No Comments

La casa nell’era della sharing economy

Vogliamo raccontarvi come si potrebbe vivere in una casa un po’ diversa, più socievole e collaborativa, ma in fondo non troppo lontana dalla nostra vita quotidiana. Immaginiamo di vivere da soli (come altri 7.7 milioni di Italiani) in città. Abitiamo in una casa piccola, ma che ci possiamo permettere. Nonostante sia piccola c’è comunque abbastanza spazio per vivere bene.

La lavatrice non ingombra più. E’ giù al piano interrato, dove tutti i condòmini possono usarla e chiacchierare mentre il bucato si lava. Nello stesso spazio ci sono gli attrezzi che usiamo raramente, ma che in casa prima o poi servono: il trapano, la scala, la vaporiera… Anche questi hanno liberato il loro spazio in casa. Vengono prenotati attraverso una piattaforma online che gestiamo con i nostri vicini di casa. Con lo stesso sistema prenotiamo online anche l’auto in condivisione che ha un suo box e che è diventata la prima auto di molti, e la seconda di quasi tutti.

Quando abbiamo voglia di invitare 15 persone a cena usiamo la sala condominiale con la cucina. Nella stessa sala, qualche volta, ci vediamo con i vicini per fare colazione la domenica, per un aperitivo o per guardarci una partita.

Uno degli appartamenti nel palazzo è di tutti e lo usiamo per gli ospiti che arrivano da lontano e che si fermano a dormire. Basta divani-letto e campeggi in salotto!

Nei giorni in cui rimane libero l’appartamento è affittato ai turisti per ricavare una piccola entrata che sostiene le spese comuni.

E quando abbiamo un problema che non riusciamo a risolvere c’è quasi sempre un vicino che sa fare qualche lavoretto  e che passa a casa ogni volta che serve. Anche noi più di una volta abbiamo sistemato il computer ad altri condòmini…

Internet lo compriamo in gruppo e in gruppo acquistiamo anche prodotti alimentari, coltivati e allevati in fattorie e cascine poco distanti. Risparmiamo un po’ e mangiamo meglio.

La casa è piccola, ma per noi è perfetta. Perché è tanto più grande dei muri che la  contengono. Si allarga a includere gli spazi che condividiamo, i saperi e gli oggetti che ci scambiamo, i prodotti che compriamo per tutti i vicini, il tempo che passiamo insieme. Collaboriamo per risparmiare, per facilitarci la vita, per stare bene insieme, per sentirci meno soli, per divertirci di più.

Questa è la casa nell’era dell’economia della condivisione.

Questa casa esiste già. Ma sono ancora troppo pochi gli esempi che vediamo in Italia e nel mondo per stare al passo con le “nuove famiglie” e i nuovi modi di lavorare.

Al tempo stesso però, se guardiamo la città di Milano ci accorgiamo di come stiano accadendo piccole trasformazioni diffuse che ci fanno pensare che proprio da qui può nascere un nuovo modo di abitare. Ogni giorno si possono provare nuovi servizi per l’abitare collaborativo: Vicini di casa, Materest, Reoose, Tabbid… sono tutte soluzioni che aiutano i vicini a stare bene uno vicino all’altro, a ricreare rapporti sociali basati sulla fiducia e sulla condivisione.

Milano è la città del bike sharing, del car sharing, delle social street, delle cooperative, dell’housing sociale e dei primi esperimenti di co-housing italiano.

Proprio per questo portiamo a Milano Experimentdays. Una fiera che da molti anni a Berlino e a Vienna promuove nuovi modi di vivere basati sulla collaborazione, la condivisione e il consumo consapevole.

La casa nell’era dell’economia condivisa non ha un’unica formula e un’unica ricetta, è un mondo vario che si compone in modi sempre diversi. La casa nell’era dell’economia condivisa va costruita insieme di volta in volta.

Sabato e domenica 11 e 12 Ottobre Experimentdays Milano coinvolgerà architetti, cooperative di abitanti, start-up, designer, fornitori di servizi, aziende, associazioni e abitanti per creare la rete dell’abitare collaborativo, per imparare dalle buone pratiche, per sperimentare assieme, per portare l’innovazione, così tanto desiderata, nel settore della casa.

Per dire che la casa non è solo spazi, muri e arredamento. Casa sono le persone e le relazioni che si creano e si alimentano ogni giorno.

Abbiamo bisogno anche di voi! Se pensate di voler vivere in una casa, in un condominio, in un quartiere e in una città più socievole e collaborativa vi aspettiamo a ExperimentDays Milano!

Se invece volete contribuire direttamente diventando espositori, contattateci: info(at)experimentdays-milano.it

 

www.experimentdays-milano.it

 

 

Pubblicato oggi, anche su COLLABORIAMO