25/05/2015No Comments

#NextRieti In conclusione della residenza, una strategia di attivismo.

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Design Activisim e un termine che uso e conosco da un po’ di tempo. La sua sostanza, detta proprio in due parole, è iniziare a fare le cose, cominciare in modo poco programmato e vedere cosa sta succedendo. È un approccio che non toglie nulla all’importanza della pianificazione e il pensiero al lungo termine, ma è un modo per iniziare che oggi, spesso, è l’unico possibile. Siamo facilitati dalla tecnologia (ma non solo) alla diffusione delle idee e alla loro verifica, ancora in fase di concetto o prototipo: le comunità e i social network ci permettono di diffondere le nostre idee e iniziative, anche a livello internazionali, con poco. Ci permettono di confermare la loro desiderabilità, necessità o prontezza. Non solo, ci permettono di raggiungere altre persone che vogliono contribuire con la loro professionalità e passione. Basta pensare quanto poco ci mettiamo a pubblicare un sito internet, a creare e condividere un video, connettere persone con un social network o una campagna di croud-funding. (Non dico che sia un’azione senza pensiero e impegno, ma i tempi sono sicuramente più brevi di qualche anno fa). Il tutto, richiede una mentalità di apertura e l’abbandono di una visione competitiva e rigida. La nostra residenza a Rieti, è simbolo di apertura: invitare persone dall’esterno, condividere le necessità e le opportunità e, insieme elaborare idee e progetti. Non solo, comunicare in continuazione con le persone locali e con la comunità internazionale, condividendo il processo e i risultati.

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Alla fine di una residenza di 10 giorni abbiamo elaborato una strategia. Una strategia che è stata possibile elaborare proprio perché si è sbloccata l’idea di dover “occupare” l’area dell’Ex Snia per intero. Alla fine dei 10 giorni, con l’aiuto di chi di voi ne è esperto, si è capito che l’area può cominciare ad essere attiva con un principio di gradualità. Questa gradualità, in realtà vuole dire: molto velocemente. Vuol dire che da subito si possano immaginare delle piccole iniziative che coinvolgono gli stakeholder locali. Ci possiamo immaginare un’attività di connessione tra imprese, organizzazione e individui che poi possano trasformarsi (con la formazione e la pratica) in azioni importanti per il territorio, che, a loro volta, possano portare formazione e lavoro. Iniziare subito a connettere le persone attorno all’attivazione immediata dell’ex Snia, è il cuore della strategia. Ecco il Design Activisim, un’azione un po’ guerrilla che inizia, ha una buona intuizione e dipende dalle persone locali che decideranno di alzare le maniche e mettersi al lavoro. Persone con una visione, pronte a fare un investimento sulla propria città che non desiderano più aspettare. La loro responsabilità è molto importante perché capace di portare un’intera città fuori dal momento di attesa. Il passaggio fondamentale qui è che il cambiamento lo fanno le persone che lo desiderano.

Pochi giorni prima della fine della residenza a Rieti, ho visto questa foto, presa dal festival di Cinema a Gasa. Questa fotografia mi ha emozionato.

Gaza, Film festival 2015

Gaza, Film festival 2015

Questa foto è una prova che anche dopo guerre e disastri naturali, anche durante una crisi e in mezzo alle rovine, l’uomo trova un modo per celebrare la vita.

La cultura e l’innovazione non si fermano quando si ferma un’industria.

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L’immaginazione vola anche quando gli aerei non decollano più.

Tempelhof, Berlin

Tempelhof, Berlin

La crescita e le coltivazioni non si bloccano come le ferrovie.

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L’uomo trova il bello e il divertente anche nei luoghi più improbabili.

Non si ferma: connette, trasforma e cresce. Sono le persone che fanno la differenza, la loro voglia e capacità di generare cambiamento.

A Rieti abbiamo trovato un terreno fertile, risorse preziose, eccellenze locali. Abbiamo trovato la voglia di raccontare, abbiamo sentito storie che dovrebbero conoscere tutti. Qui a Rieti non abbiamo trovato una fabbrica abbandonata.

Abbiamo trovato ispirazione, opportunità e soprattutto voglia di fare.

La nostra proposta è un percorso di crescita e di sviluppo che ha radici nella storia di Rieti e dei suoi abitanti e come rami le loro competenze. Noi non siamo il motore del cambiamento per Rieti. Il motore è il capitale umano di Rieti stessa e il momento è ora.

16/05/2015No Comments

#nextrieti su generazioni future, formazione e lavoro

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La Residenza è un mondo a parte. Giorni che non hanno ore, non hanno tempo. Sembra che il mondo si concentri qui a Rieti attorno a noi. Ogni tanto qualcuno ricorda delle notizie che arrivano da fuori, ma queste non urtano molto il nostro piccolo mondo. I giorni passano velocemente e il cervello è soprattutto occupato dai pensieri legati a qui, ora e qualche visione futura. Difficile tenera traccia dei giorno della settimana e dunque io rinuncio al diario giornaliero e provo a scrivere tirando fuori pezzi di qui e pezzi di là per dare il senso della nostra permanenza qui.

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Una mattina, abbiamo incontrato la baby-giunta e i ragazzi di una scuola. Devo dire che incontrare loro, oltre a tutte le persone che sono arrivate in questi giorni, è stato divertente e anche importante. Prima di tutto, i ragazzi sembravano orgogliosi e convinti. Erano lì perché hanno lavorato a un progetto per L’ex Snia Viscosa e ci tenevano a portare la loro voce. Il loro progetto è stato presentato con serietà. Nonostante la sensazione che i temi fossero molto legati alla loro scuola (molte poche idee ludiche), ci hanno parlato della voglia di avere un futuro qui, a Rieti. S’immaginavano un’università d’eccellenza, dei laboratori e, in generale, percorsi di crescita. Noi li abbiamo chiesti cosa Li piaceva di Rieti e cosa avrebbero fatto se avessero la bacchetta magica. Le risposte erano varie ma alcune più evidenti di altre. Per esempio la tranquillità e il verde sono ragioni per cui amano la città. Sembra poco ma in fase di progettazione lo abbiamo ricordato molte volte: Rieti non deve trasformarsi in un luogo frenetico e veloce: la sua forza è proprio nel calmo, nel bello e tranquillo.

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La bacchetta magica ha prodotto risposte più varie: sullo stato di degrado e sicurezza dei palazzi o delle strade, altre sugli spazi verdi e per il gioco. Ho due risposte preferite: la piscina gigante che contiene tutta Rieti e la casa per i barboni. La piscina gigante sembra quasi nostalgica al passato in cui la zona è stata allagata. La seconda è semplicemente tenera e sensibile, elementi non scontati per niente a questa età.

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Nei giorni che seguono, sempre sul tema scuola, abbiamo incontrato docenti e due presidi di scuole professionali di Rieti: l’istituto agrario e l’istituto alberghiero. Gli incontri ci hanno colpito molto: è vero che le scuole professionale hanno alla basa l’unione tra studio e lavoro, ma le storie che abbiamo sentito qui sono storie speciali. Ecco che, l’istituto agrario ha appena avuto un fondo per la costruzione della propria cantina. Producono già altri prodotti alimentari nella loro azienda agricola che vengono venduti nei negozi e ai ristoranti. Hanno le loro etichette e comunicazione spiegando il progetto. Nell’azienda agricola hanno stabilito una collaborazione con il carcere e portano avanti iniziativa dentro e fuori al carcere. Veri esempi di sviluppo sociale sostenibile. L’istituto Alberghiero, storico e conosciuto sul territorio è un’eccellenza locale. I diplomati sono assunti e lavorano nei ristoranti di Rieti. La connessione con la città, le aziende locali e i prodotti di qualità è molto forte. La serietà, ma anche la passione delle persone che sono venuti a condividere le informazioni con noi mi fa pensare che gli studenti che escono da una scuola così, non sono limitati al mestiere che hanno imparato. Lo studio professionale, se fatto bene, forma persone che sanno gestire il lavoro, i contatti, le persone. Persone responsabili, che hanno fatto esperienze all’estero, che sanno gestire la complessità del proprio lavoro. È evidente che sono tutte capacità utili per la vita. Sarà la scuola professionale il futuro?

Nella nostra strategia per Rieti, stiamo mettendo molta enfasi sulle generazioni future, sulle loro formazione e le loro opportunità qui. Crediamo sia essenziale avviare nuove imprese e startup dal basso. Non separare più la formazione dalla pratica. Dare avvio senza troppa pianificazione a azioni concrete e immediate. Ci piacerebbe dare la possibilità alle persone, non solo di esprimere le loro necessità, ma anche esporre le loro capacità di portare cambiamento.

 

13/05/2015No Comments

#nextrieti giorno 4, idee che vogliono essere espresse, aironi e cene

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A dire il vero, al quarto giorno della residenza qui, sta cominciando venire un prurito alle dita, la voglia di buttarsi, di progettare, di fare. Proprio con l’idea della prototipazione e della prova. Questa mattina, per la prima volta ci dividiamo in piccoli gruppi e cominciamo a tirare fuori le prima idee, un compito per nulla semplice perché ancora abbiamo molto da sfogare. L’operazione “imbuto” è abbastanza complessa. In più, tutti noi portiamo nello zaino molte esperienze e progetti.

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Insomma, la condivisione è molto interessante, ma non semplice. Si può facilmente immaginare che dalle nostre teste possano nascere 12 progetti tutti molto diversi. Affrontiamo la difficoltà proprio perché ci crediamo alla condivisione e alla partecipazione come elementi che portano ricchezza. Si sa che durano un po’ di più, si sa che includono conflitti e discussioni, ma si sa anche che il progetto che nasce da un gruppo forte è sempre più interessante del progetto del singolo.

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Dopo questo primo esercizio, partiamo per un’altra escursione in zona. Questa volta a vedere l’acqua di cui ci parlano molto, i laghi, le riserve. Il paesaggio si conferma nella sua bellezza. Riusciamo pure a vedere la liberazione di due aironi e ricevere delle spiegazioni sugli uccelli che si fermano nella riserva e il loro tracciamento. Trasparranno ancora azioni per la conoscenza e per lo studio: elementi che ripetano molto in questo luogo. La gita continua con San Francesco: i sentieri, il santuario, il primo presepe.

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La cena, nonostante la stanchezza è un momento importante. Ci facciamo tante risate e ci conosciamo meglio, a prescindere dalle esperienze professionali. Questi momenti non possono essere visti come separati al processo, perché, come abbiamo detto tutti più volte, l’importante sono le persone. Chiamalo team, capitale umano o altro, siamo noi, persone, attorno alla tavola.

11/05/2015No Comments

#nextrieti terzo giorno, post-it e alianti

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Dopo aver passato molto tempo in immersione totale e in modalità ascolto, ora, al terzo giorno ci sfoghiamo un po’. Credo che per tutti sia importante perché la testa è piena e qualcosa deve cominciare ad uscire per fare spazio ad altro. Ci uniamo in una sala, aperta sulla piazza principale della città, dove Federica e Gasapare che ci aiutano nel percorso, hanno appeso un cartellone lungo lungo diviso in area tematiche. Ognuno ha un pacco di post it e deve sfogarsi su questi in modo che ci sfoghiamo sì, ma non perdiamo dei pezzi. Io, proprio perché li uso molto, sono un po’ allergica ai post-it. Allergica sì, ma la fiducia c’è cmq, mi bruciano un po’ gli occhi, ma andiamo avanti tranquilli. Siamo all’inizio e il gruppo di persone coinvolte, non può che produrre belle cose! È un primo confronto pubblico tra di noi, entriamo nella testa dei singoli e di noi come gruppo. Forse non è proprio un confronto, come dice Pino, siamo un po’ banali, pensiamo un po’ le stesse cose. Ma invece il muro si riempie, sempre di più.

Per confonderci un po’ d’idee, per il pranzo partiamo per vedere un altro luogo importante e inaspettato di Rieti: l’aeroporto. Scopriamo che a Rieti c’è una vera e propria riserva naturale aerea. Incontriamo gli appassionati di volo a vela e vediamo prendere il volo alcuni alianti. Di nuovo scopriamo persone molto convinte e interessate in quello che fanno e riescono a passare a noi la loro partecipazione. (io, lì dentro e in alto, non andrei mai… )

La sera, una ventata di energia positiva con i contributi di Annibale D'Elia, Dirigente Regione Puglia, Christian Iaione, docente di governance dei beni comuni presso la Luiss Guido Carli, Carolina Pacchi, urbanista e ricercatrice in Pianificazione Territoriale e Ambientale presso il Politecnico di Milano, Palma Librato, Architetto e coordinatrice scientifica del Festival Internazionale di Architettura Pugliarche Milena Schauer, assessorato all'urbanistica della città di Nordhorn (Germania).

Da loro sentiamo di progetti realizzati, di strategie, di casi di successo, anche con storie molto diverse tra loro. Io sono particolarmente colpita dall’approccio condiviso da tutti loro rispetto alla modalità: prova e azzecca. Andare per tentativi, provare anche qualcosa d’improbabile (costruire la casa partendo dal tetto…). Forse mi piace perché fa parte del mio modo di fare, i prototipi, gli esperimenti, l’idea del: io ci provo, poi vediamo cosa succede. Per me, vuol dire, non aspirare alla perfezione, ma partire con risorse esistenti, anche se molto piccole. Iniziare, farsi vedere, creare legami. Essere anche pronti al fallimento. Nonostante sia tardi, usciamo dalla sala pieni di bella energia e pronti a partire con la sperimentazione!

Questo post è stato pubblicato su: http://www.nextrieti.it/it/la-residenza/item/363-giorno-3-di-nuovo-liat-rogel-un-primo-confronto-pubblico-tra-di-noi,-entriamo-nella-testa-dei-singoli-e-di-noi-come-gruppo.html

09/05/2015No Comments

#nextrieti Secondo giorno – un momento intimo con la Ex Snia Viscosa

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Il secondo giorno a Rieti e quasi interamente dedicato alle visite. La mattina partiamo per vedere la ragione della nostra residenza e presenza qui, l’ex Snia Viscosa. Una camminata percettiva di 20 minuti ci porta all’ingresso della fabbrica. Da fuori si fa molta fatica immaginare quello che si trova dentro. Uno spazio immenso, una città nella città.

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Siamo fortunati di essere accompagnati da Luciano Di Felice, Ingegnere chimico e ex direttore dello stabilimento. Con passione ci racconta del luogo, del lavoro, del materiale Viscosa. C’è orgoglio nelle sue parole e dà la sensazione di una persona molto integrata a questo luogo specifico, come facesse ancora parte.

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Con noi ci sono anche Edoardo Currà, e Fabrizio Di Marco che ci aiutano capire alcuni elementi importanti legati all’architettura. La camminata ci porta dentro un luogo che, nonostante sia da poco abbandonato (10 anni) sembra “mangiato dalla natura”. L’acqua presente lì e la vegetazione sono le forze più grandi. Il rumore (silenzio?!) è quello degli uccellini.

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Qualcuno percepisce pace, qualcuno vuoto, qualcuno magia. Non è, in ogni caso una sensazione solita di quanto si visitano i siti industriali abbandonati. Alcuni dei palazzi sono molto belli e nelle stanze con le grosse vetrate si trovano mobili, quaderni e oggetti che raccontano storie. Arriviamo quasi tutti dalla progettazione e le visioni arrivano subito: un museo, un albergo, un ristorante, un birrificio… mostra di arte con il materiale recuperato e così via. Uscendo, lo diciamo tra tutti, la prima sensazione è quella di portare qui dentro anche la città: aprire un buco nel muro, fare scoprire il mondo dietro a quelle mura. Fare sognare anche altra gente.

La seconda visita importante è quella all’istituto Strampelli. Io personalmente non ne sapevo nulla, ma in poco tempo capisco, assieme a molti altri, che stiamo scoprendo un personaggio importante a livello internazionale. Luca Buttazzoni e Roberto Lorenzetti ci raccontano di Strampelli: è stato agronomo, genetista e senatore italiano, precursore della Rivoluzione verde. Ha studiato, proprio qui a Rieti, con le proprie mani, grani che potessero essere resistenti ed efficaci. Vedere le stanze piene di grano, spighe, barattoli e strumenti di laboratorio è stato emozionante.

Questa giornata è stata la camminata mano per la mano con Rieti. È stato un incontro intimo in cui noi, come gruppo, ci siamo lasciati prendere dalle emozioni e dalle scoperte. È stata una cena a lume di candele. Come ogni primo appuntamento non ha dato risposte a tutte le domande e ha lasciato ancora segreti e scoperte future. Ci ha dato l’impressione di essere, non solo bella ma ricca. Ricca di storia, d’innovazione, di risorse. Ci chiediamo: come valorizzare queste risorse? Come aumentare la loro visibilità? Come rigenerare spazi e luoghi che non vogliamo vedere essere perduti nel nulla. A questo, serviranno i prossimi giorni in cui lavoriamo insieme, ci confrontiamo con altre persone e piano piano ricamiamo idee pensieri e creiamo una visione, uno scenario.

Questo posto è stato pubblicato anche su: http://www.nextrieti.it/it/la-residenza/item/358-giorno-2-il-racconto-di-liat-rogel-quella-sensazione-di-pace-dalla-visita-alla-ex-snia.html

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09/05/2015No Comments

#nextrieti Primo giorno, l’incontro attraverso gli occhi degli altri

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Il 07 Maggio parto per Rieti, una città che non ho mai visitato prima. Non ne so quasi nulla e mi incuriosisce molto. M’incuriosisce anche il percorso progettuale che propone RENA. Ci sono, in effetti, in questo percorso due appuntamenti al buio. Il primo con una città (con la sua fabbrica abbandonata e altre meraviglie che andremmo a scoprire). Il seconda con un gruppo di persone con i quali mi troverò a lavorare in modo intensivo nei prossimi giorni.

All’arrivo, venendo da Roma, incontro qualcuno del gruppo e cominciamo già a fare due chiacchiere. Pare, per ora, che il secondo appuntamento al buio con le persone, stia andando molto bene. Siamo tutti un po’ “ibridi”: Architetti, designer, urbanistici, project manager, che però sono anche altro. La formazione e l’esperienza non sempre coesistono e tutti hanno una passione per le persone, per i luoghi e per le relazioni. Dico che “per ora” va bene perché 10 giorni di lavoro sono una dura prova anche per le relazioni oramai consolidate! Ma siamo ottimisti!

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L’appuntamento al buio con Rieti, è diverso. La strada da Roma apre un paesaggio meraviglioso e verde, un cielo limpido, l’aria bella. Promette bene. Promettono bene anche le mura della città e i palazzi vecchi. È Bella. In un appuntamento al buio, l’estetica è la prima a colpire. Arriviamo nella piazza principale che è sotto restauro (la città ha cura di sé?). Ci sistemiamo in albergo, nella piazza centrale. Un albergo fermo nel tempo: un lusso di altri tempi, una pesantezza di fermo. Sto pensando se questo può essere un po’ simbolico.

Nel pomeriggio continua la conoscenza con il gruppo di lavoro per poi, la sera, incontriamo le persone di Rieti che ci ospitano.  Questa, è una parte molto strana dell’appuntamento. A questo punto, sembra un matrimonio combinato: sentiamo parlare di Rieti (e della ex-Snia Viscosa) da persone che la conoscono o la rappresentano. Riceviamo subito una serie di informazioni (dirette e non dirette) su questa città che non abbiamo ancora visitato.

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Il primo vero incontro lo facciamo attraverso gli occhi e le parole di altri. Siamo tutti in ascolto, siamo tutti curiosi di conoscere migliore Rieti.

Stefano Paleari, Presidente della Conferenza dei Rettori delle Università Italiane (CRUI), ci chiede di pensare a Rieti, proprio perché non è un grande centro. L’Italia, dice, si distingue per la creatività diffusa, anche nei piccoli centri. Ci chiede di riflettere sui punti deboli e trasformali in punti di forza. Ci dice che si va lontanti solo se non si sa dove si va… ( e io non posso non pensare al dialogo famoso tra alice e il gatto.)

Alessandro Profumo, Presidente Monte dei Paschi di Siena ci, dice che dobbiamo conquistare la comunità. Che i cittadini devono accettare il progetto e solo così che diventa attrattivo. Ci ricorda che esiste una tendendenza, proprio dei giovani, di lasciare le grandi città e trovare la qualità della vita fuori, più vicini alla natura. Ci chiede di riflettere sul lavoro, quello che vuol dire oggi e quello che vorrà dire. Ci chiede la sostenibilità.

Il Sindaco di Rieti, Simone Petrangeli, ci dice come la Snia viscosa è simbolo d’innovazione così come simbolo di blocco. È il moderno fermo (un po’ come l’albergo?!). Desidera per la sua città soluzioni concrete che possano creare ponti e aperture. Noi, lì a Rieti, per lui, siamo già il simbolo di apertura. Ci accoglie, con la sua giunta a braccia aperte.

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E noi? Ora, senza ancora aver veramente conosciuto Rieti, senza aver parlato a quattro occhi, senza aver fatto una camminata mano per la mano, cosa ci aspettiamo? Che cosa pensiamo di portare noi a Rieti? Portiamo competenze, passioni ed esperienze, non ancora idee, non ancora strategie. In fondo, il bando nasce proprio per trovare un capitale umano.

Crediamo che la ex Snia Viscosa possa RIGENEREARSI. Pensiamo che possa diventare uno SPAZIO ABILITANTE dove le persone riescono a trasformare le proprie capacità in sviluppo. Uno spazio FLESSIBILE, che cambia con il tempo, che si adatta che non si blocca più. Auguriamo a Rieti di valorizzare tutte le ricchezze che già possiede. Ci immaginiamo giovani che rimangono qui o addirittura tornano. Abbiamo anche noi, molte attese, ancora prima di averla conosciuta.

Verso fine serata, l’Assessore alla cultura dice che la nostra presenza gli ricorda gli angeli nel film “gli angeli sopra Berlino”. Quelli che guardano per un po’ dall’alto e poi finiscono ad innamorarsi della vita. La serata finisce tardi e tutti noi andiamo a letto con la testa (e la pancia) piena. Il giorno dopo è previsto il nostro primo momento intimo con Rieti e la Snia Viscosa.

Questo post è stato pubblicato anche su: http://www.nextrieti.it/it/la-residenza/item/357-giorno-1-il-racconto-di-liat-rogel-il-primo-vero-incontro-lo-facciamo-attraverso-gli-occhi-e-le-parole-di-altri.html

05/05/2015No Comments

#nextrieti preparativi – caso studio #ufafabrik #berlino

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I pensieri futuri sulla Snia Viscosa a Rieti, mi portano ai ricordi di luoghi esistenti che oramai fanno parte del mio bagaglio culturale. Ho trascorso tre anni a Berlino, dove di industrie recuperate per iniziative collettive ne ho conosciute non poche. Un caso che mi ha colpito molto è quello del Ufa Fabrik. Ufa Fabrik, nasce negli anni 70 nel pieno del periodo delle occupazioni illegali di spazi abbandonati. In questo caso, un’area che un tempo ospitava i locali dell’UFA Film (società cinematografica nata nel 1917 e poi abbandonata 50 anni più tardi), nel quartiere urbano sito nella ex Berlino Ovest, nel distretto di Tempelhof-Schöneberg.

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L’area è stata occupata da famiglie (inizialmente solo 7 persone), con un’idea molto prescissa: creare una comunità di vita e lavoro condivisi che sia economicamente sostenibile e possa portare al quartiere cultura e servizi. Inizialmente tutte le famiglie condividono una cassa comune e iniziano a promuovere delle attività che, a loro volte, portano denaro.

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Le prime iniziative sono spettacoli di circo e teatrali. A mano a mano apre un caffè, una panetteria, si recupera la vecchia sala per le proiezioni dei film e così via. Con i soldi che entrano, la comunità intraprende una nuova iniziativa che possa generare altro ingresso economico. Con gli anni, non mantengono più la cassa comune, anche perché entrano a lavorare persone esterne.

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In parallelo alle iniziative culturali, inizia una sperimentazione molto all’avanguardia di sistemi per la produzione e il recupero dell’energia. Uno dei più grandi sistemi di energia solare di Berlino è realizzato, così come sistemi di riscaldamento geotermici, un locale di riutilizzo dell’acqua piovana e edifici con sistema di costruzione ecologica.

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Per molti anni l’occupazione dello spazio rimane illegale con scontri frequenti con la pubblica amministrazione. La comunità, riesce però ad avere il supporto degli abitanti del quartiere, proprio perché essi ne traggono un grande vantaggio culturale. Inoltre, comincia a crearsi un interesse internazionale, soprattutto per quanto riguarda i sistemi energetici. Dopo anni, nel 1986, il comune stipula un contratto d’affitto per l’intera area.

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Oggi ufa fabrik offre, oltre al programma culturale per il quartiere, una scuola aperta, una fattoria urbana, un caffè, una panetteria, un negozio di alimenti biologici, un ostello e dei servizi al quartiere (dopo scuola, consultorio…). Continuano a viverci circa 40 persone, ma ci lavorano altre 500. Circa 1000 visitatori internazionali arrivano ogni giorno nell’area.

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Questo è un esempio particolare perché nasce dal desiderio di creare un luogo autosufficiente, considerando il contesto specifico e il valore storico dell’area. La comunità ha saputo trovare delle soluzioni in modo imprenditoriale, non dimenticando i valori sociali alla base e usando, come dicono loro, molto senso del umorismo.

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Info:

http://www.bestpractices.at/main.php?page=programme/sus_housing/sus_housing_5/sus_housing_5_4&lang=en

http://www.rainmagazine.com/archive/1994/ufa-fabrik02022014

http://tripbu.altervista.org/berlino-tra-decrescita-e-nuova-visione-urbana/

 

04/05/2015No Comments

#NextRieti – Preparativi

Non conosco Rieti e la sua storia. Non conosco l’industria tessile Snia Viscosa che una volta operava lì. Comincio ora a leggere, cercare e curiosare per prepararmi alla partenza di Giovedì. Giovedì sarà una giornata speciale: parto per Rieti per partecipare a 10 giorni intensivi di residenza progettuale che sono parte di un programma ampio di rigenerazione urbana. L'obbiettivo di NEXT SNIA VISCOSA è costruire un gruppo di lavoro interdisciplinare che definisca e promuova una visione di sviluppo innovativa e sostenibile, internazionale e radicata nel territorio per riqualificare il complesso dell'ex Snia Viscosa, a Rieti. NextRieti è promosso da Monte dei Paschi di Siena, Rena e Comune di Rieti.

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www.nextrieti.it

"All’interno della città di Rieti sorge il complesso produttivo dell’ex industria tessile Snia Viscosa, per più di cinquanta anni, nel Novecento, una delle principali attività produttive del territorio. In seguito alla chiusura dell’industria tessile, il sito è rimasto abbandonato: con questo bando si vogliono creare le condizioni perché l’area possa essere recuperata e rilanciata"(www.nextrieti.it) . Qualche mese fa, è stata lanciata una Call internazionale per selezionare gli esperti che assieme agli attori locali aiuteranno a generare e sviluppare idee per il recupero dell’area. La trasparenza e la partecipazione sono molto importanti per il progetto, soprattutto considerando che molti degli abitanti di Rieti, una volta hanno lavorato per la Snia Viscosa.

image from www.nextrieti.it

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Questa è un’azione coraggiosa e lungimirante da parte del comune di Rieti e io sono felice e orgogliosa di poterci partecipare. Porterò con me strumenti dal mondo del co-design per aiutare la facilitazione del percorso e dello sviluppo creativo collettivo delle idee.

Per HousingLab, il tema del recupero urbano e la restituzione alla cittadinanza di spazi utili e significativi, è di enorme importanza. L’abitare collaborativo è sempre facilitato da spazi che sono progettati dal basso e che rimangono negli anni spazi abilitanti per dare luogo a iniziative locali. Sarà un caso molto interessante per noi e che saremmo contenti di raccontare qui e anche durante Experimentdays-Milano 2015.

Giovedì conoscerò gli altri 12 esperti selezionati e molte altre persone che sono coinvolte nel progetto. Nei giorni che seguono avrò occasione di visitare luoghi e conoscere persone in una immersione di ascolto. Bene, La valigia è quasi pronta, quaderno e matita, macchina fotografica e computer… per tenervi aggiornati. Stay tuned!

Liat

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