26/11/2018No Comments

Uscire dal mindset condominiale- tradizionale, il caso delle Residenze Smart Lainate

Una comunità fortemente coesa, che condivide aspettative e obiettivi, è una comunità capace di autogestire spazi e servizi e di alimentare le attività nel tempo aumentando il valore dell’abitare. La formazione di tale comunità e la sua resilienza non sono da dare per scontate e richiedono alcuni strumenti e competenze in grado di accelerare e strutturare tali processi. Diventa necessario accompagnare gli abitanti nell’uscita da un mindset tradizionale-condominiale verso un’assunzione di responsabilità individuale positiva e propositiva per il proprio contesto abitativo. In questo scenario si inserisce la possibilità di prendersi cura in maniera diretta degli spazi collaborativi a disposizione degli abitanti. E’ fondamentale, in questo senso, porre l’attenzione sulla diversa natura di tali spazi che varia in base agli utenti e al modello di funzionamento e di gestione. Luoghi come la club house, la sala bambini, il deposito del Gas, così come l’organizzazione di attività conviviali, fanno riferimento ad interazioni più informali che coinvolgono esclusivamente i residenti e che hanno bisogno di relazioni salde e chiare. In maniera diversa, servizi strutturati come ad esempio la palestra o la lavanderia prevedono modelli di relazione diversi.

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Quando la cooperativa incontra l’imprenditoria sociale

Residenze Smart Lainate è un progetto di abitare collaborativo e cooperativo. Il progetto prevede 89 appartamenti e ampi spazi comuni. In questo contesto, siamo stati coinvolti per accompagnare la comunità degli abitanti verso l'autogestione degli spazi e dei servizi. Abitare smart è una cooperativa privata con una visione sociale che progetta e realizza residenze di altissima qualità. La cooperativa è stata costituita da Franco Sala, imprenditore con una visione etica e sostenibile del costruire, attivo nel settore immobiliare da oltre 40 anni, durante i quali ha fondato importanti società di costruzioni che col tempo sono state promosse e associate alle imprese di costruzioni. Sono oltre 3000 gli alloggi (senza nessun invenduto) che negli anni sono stati costruiti e consegnati tra Lombardia, Piemonte e Umbria. Nel caso delle residenze smart, il progetto imprenditoriale viene ulteriormente innovato e, oltre alla garanzia della sostenibilità economica ed ambientale, si integrano spazi e servizi per la comunità che ci andrà ad abitare.

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Un progetto architettonico che parte dalla comunità

Il progetto è costituito da 6 palazzine moderne e dalle dimensioni contenute, composte ognuna da 3 piani fuori terra con circa 15 alloggi ciascuna, in un contesto di 15.000 metri quadri di terreno. Le costruzioni sono di ottimo livello qualitativo e realizzate con materiali ecologici e isolanti sia dal punto di vista termico sia da quello acustico. Il risparmio energetico è garantito dalle numerose soluzioni tecniche adottate, come, ad esempio, il pavimento radiante, la coibentazione per alta classe energetica e i pannelli fotovoltaici, che consentono di ridurre al minimo le spese in bolletta. Il progetto architettonico delle residenze smart a lainate è dell’architetto Claudio Fazzini, professore ordinario al Politecnico di Milano.  “il progetto residenze smart a Lainate, oltre a comprendere innovazioni tecnologiche e costruttive di elevata qualità, è guidato da un approccio “social contact design”, in cui la progettazione degli spazi fisici è pensata per incoraggiare un forte senso di comunità. Spazi e servizi collettivi diventano parte integrante della vita quotidiana e, trasformati in alto valore aggiunto, contribuiscono ad accrescere la qualità della vita.”

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Auto gestione accompagnata

L’implementazione di spazi e servizi richiede anche una nuova progettazione gestionale. In questo caso, gli abitanti diventano gestori degli spazi e dei servizi e dovranno garantire la buona funzione e il mantenimento nel tempo. Per permettere ad una grande comunità di fare ciò, serve un percorso dedicato che possa dare a loro strumenti utili ed aiutare a sviluppare una capacità gestionale collettiva. Housinglab accompagna la comunità con un percorso di 18 mesi (6 mesi prima del trasferimento e 1 anno dopo). Durante il percorso ci occupiamo di community building, capacity building e service co-design. L’intento è quello di portare la comunità ad una propria autonomia, accompagnando inizialmente la gestione in modo stabile e lasciando successivamente sempre più responsabilità agli abitanti stessi. Progettare abitazioni collaborative significa agire in parallelo su due piani strettamente collegati: quello delle relazioni, della responsabilità e della visione comune, in altre parole di un allineamento e di una fiducia reciproca, e quello degli spazi e dei servizi che rappresentano e danno forma al sistema delle relazioni e permettono di dare valore alla collaborazione.

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10/02/2017No Comments

L’ ABC dello stare INSIEME

A cura di Cinzia Boniatti – sociologa

 

Sentiamo che vorremmo vivere in un altro modo.

L’intuizione ci suggerisce che sarebbe bello abitare con persone che scegliamo, con cui ci troviamo bene.

Poi il pensiero ci dirotta verso l’ultima volta passata insieme a quelli che definiamo i nostri migliori amici e ci affiorano delle sensazioni strane e contraddittorie del tipo: “si con Marco ci vado d’accordo ma sua moglie è n’a palla” ; oppure: “ Luisa è simpatica ma… non ci si può fidare”; “con Luca anche l’ultima volta abbiamo avuto una discussione interminabile e alla fine vuole sempre aver ragione”, ecc.

Che fatica stare insieme!

Si mi piacerebbe vivere in una casa con tante persone intorno con cui organizzarmi e non sentirmi solo ma …. non credo che riuscirei a sopportarli per troppo tempo”.

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Ecco a cosa serve un Laboratorio di facilitazione alla crescita personale e di comunità: a sintonizzarci e trovare i modi per durare a lungo nel cohousing e in qualsiasi gruppo!

Quando nasce l’idea di “andare a vivere insieme” c’è molto entusiasmo e siamo perciò disposti a sottostimare i malumori o i comportamenti disturbanti dei compagni di viaggio con cui vogliamo fare il percorso che ci porterà a vivere insieme.

Come nel migliore degli innamoramenti: i difetti del nostro partner li vediamo anni dopo …. tardi, accidenti: c’eravamo tanto amati!

E allora come provare a evitare che questo accada con i nostri futuri vicini di casa?

Dobbiamo tutti imparare insieme alcune regole di comportamento per evitare o arginare la conflittualità, per riconoscerla e gestirla. I conflitti non affrontati e irrisolti, nel lungo periodo, potranno minare la serenità anche delle comunità nate sotto i migliori auspici.

Nel primo Laboratorio di facilitazione si vive l’esperienza di percepire le persone che non conosciamo nella maniera corretta. Impariamo ad abbassare la barriera del pre-giudizio, ad ascoltare veramente l’altro con sincero e profondo rispetto, a liberarci da inibizioni e timidezze, a sentire che ci possiamo fidare e che i sogni che abbiamo coltivato sono condivisi e possiamo insieme realizzarli.

Magia? SI, ma anche NO… Tutti abbiamo il “nostro carattere” e, chi più chi meno, delle abilità sociali. Le tecniche e i metodi di facilitazione, sperimentati in culture diverse, sviluppano le nostre capacità relazionali e sociali e ci abilitano a:

  • comunicare le idee, i nostri sentimenti, le preoccupazioni senza offendere qualcuno o essere aggressivo (Comunicazione Non Violenta)
  • esporre con chiarezza le proprie opinioni e fare interventi in tempi ragionevoli
  • esprimere emozioni senza usare le parole (o le parolacce)
  • avere rispetto e considerazione per le opinione diverse dalla mia
  • arrivare a decidere in modo consensuale evitando che si formino minoranze infastidite e boicottanti

Perché è importante impararle in un Laboratorio esperienziale?

Se tutti sperimentiamo insieme le regole e l’ABC dello stare insieme, ci trasformiamo insieme e siamo in grado di praticarle nella nostra vita quotidiana di comunità (e non solo). Tutte le relazioni anche esterne alla nostra comunità ne avranno un gran beneficio.

IMG_1634Successivamente, con approfondimenti e con l’aiuto di facilitatori esperti, potremmo accrescere la conoscenza e la competenza sull’uso di questi metodi e trascorrere insieme dei bei momenti divertendoci!

Sulla pagina facebook di Cohousing Trentino trovate foto, video e documenti del Laborario che si è svolto recentemente ad Arco co-prodotto da Housing Lab e Cohousing Trentino.

Il tempo del lupo solitario è finito. Raduniamoci!

05/05/2015No Comments

#nextrieti preparativi – caso studio #ufafabrik #berlino

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I pensieri futuri sulla Snia Viscosa a Rieti, mi portano ai ricordi di luoghi esistenti che oramai fanno parte del mio bagaglio culturale. Ho trascorso tre anni a Berlino, dove di industrie recuperate per iniziative collettive ne ho conosciute non poche. Un caso che mi ha colpito molto è quello del Ufa Fabrik. Ufa Fabrik, nasce negli anni 70 nel pieno del periodo delle occupazioni illegali di spazi abbandonati. In questo caso, un’area che un tempo ospitava i locali dell’UFA Film (società cinematografica nata nel 1917 e poi abbandonata 50 anni più tardi), nel quartiere urbano sito nella ex Berlino Ovest, nel distretto di Tempelhof-Schöneberg.

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L’area è stata occupata da famiglie (inizialmente solo 7 persone), con un’idea molto prescissa: creare una comunità di vita e lavoro condivisi che sia economicamente sostenibile e possa portare al quartiere cultura e servizi. Inizialmente tutte le famiglie condividono una cassa comune e iniziano a promuovere delle attività che, a loro volte, portano denaro.

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Le prime iniziative sono spettacoli di circo e teatrali. A mano a mano apre un caffè, una panetteria, si recupera la vecchia sala per le proiezioni dei film e così via. Con i soldi che entrano, la comunità intraprende una nuova iniziativa che possa generare altro ingresso economico. Con gli anni, non mantengono più la cassa comune, anche perché entrano a lavorare persone esterne.

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In parallelo alle iniziative culturali, inizia una sperimentazione molto all’avanguardia di sistemi per la produzione e il recupero dell’energia. Uno dei più grandi sistemi di energia solare di Berlino è realizzato, così come sistemi di riscaldamento geotermici, un locale di riutilizzo dell’acqua piovana e edifici con sistema di costruzione ecologica.

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Per molti anni l’occupazione dello spazio rimane illegale con scontri frequenti con la pubblica amministrazione. La comunità, riesce però ad avere il supporto degli abitanti del quartiere, proprio perché essi ne traggono un grande vantaggio culturale. Inoltre, comincia a crearsi un interesse internazionale, soprattutto per quanto riguarda i sistemi energetici. Dopo anni, nel 1986, il comune stipula un contratto d’affitto per l’intera area.

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Oggi ufa fabrik offre, oltre al programma culturale per il quartiere, una scuola aperta, una fattoria urbana, un caffè, una panetteria, un negozio di alimenti biologici, un ostello e dei servizi al quartiere (dopo scuola, consultorio…). Continuano a viverci circa 40 persone, ma ci lavorano altre 500. Circa 1000 visitatori internazionali arrivano ogni giorno nell’area.

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Questo è un esempio particolare perché nasce dal desiderio di creare un luogo autosufficiente, considerando il contesto specifico e il valore storico dell’area. La comunità ha saputo trovare delle soluzioni in modo imprenditoriale, non dimenticando i valori sociali alla base e usando, come dicono loro, molto senso del umorismo.

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Info:

http://www.bestpractices.at/main.php?page=programme/sus_housing/sus_housing_5/sus_housing_5_4&lang=en

http://www.rainmagazine.com/archive/1994/ufa-fabrik02022014

http://tripbu.altervista.org/berlino-tra-decrescita-e-nuova-visione-urbana/

 

11/09/2013No Comments

Experimentdays – Fiera dell’abitare collaborativo (con segreto finale)

Siamo appena tornate da Berlino, dove abbiamo visitato di nuovo Experimentdays. Se ci leggete, vorrà dire che siete per lo meno curiosi riguardo ai nuovi modi di vivere, che forse cercate una nuova casa dove le relazioni tra i vicini siano importanti. Forse pensate che la casa possa essere una risorsa anche per il quartiere. Forse, semplicemente volete vivere meglio in città. Ma come si fa? Cos'è il cohousing? Dove trovo altre persone interessate? E chi mi aiuta poi con il progetto? Qual'è la differenza tra una cooperativa a proprietà divisa a quella a proprietà indivisa? Ci sono finanziamenti particolari? Tante domande e dubbi...

Immaginate ora di avere una fiera che metta assieme tutti gli attori coinvolti, che vi permetta di conoscere ciò che succede nella vostra città e di proporre nuovi progetti. Un luogo per i gruppi, per gli architetti, per le cooperative e le associazioni. Una fiera che vi dia l'opportunità di avere nello stesso luogo, sotto occhio tutto il mondo dell' abitare collaborativo. Questa è Experiementdays.

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In breve, Experimentdays è:

-     un evento locale annuale

-     un punto d’incontro per persone imprese e associazioni legate al mondo delle abitazioni collaborative

-     una vetrina di progetti esistenti dai quali imparare

-     una fiera di progetti architettonici e di prodotti edilizi e finanziari creati apposta per gruppi di persone che vogliano costruire e vivere assieme nel rispetto dell’ambiente

-     un luogo dove incontrare altri individui che vogliono fare gruppo o comunità esistenti che cercano nuovi membri.

-     una conferenza sul tema.

A Berlino quest'anno gli espositori erano divisi in quattro aree:

- reti e  consulenza: qui potevate trovare (tra gli altri) la piattaforma digitale per trovare i progetti WOHNPORTAL Berlin, così come Grüne Liga, che vi aiuta a trasformare il cortile in giardino. Anche Netzwerkagentur GenerationenWohnen, per abitazioni con mix sociale e prezzo equo.

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- Banche e Fondazioni: DKB Bank e GLS Bank tutte a due con prodotti finanziari pensati ad-hoc per le abitazioni sociali e di cooperazione. Le due fondazioni: Stiftung Edith Maryon e Stiftung trias con i loro processi pensati per i gruppi e i progetti dal basso.

- Cooperative, consorzi e gruppi di costruzione indipendenti: qui una lista di oltre una decina di progetti esistenti e in corso, consorzi specializzati e cooperative indipendenti. Alcuni esempi: Baugruppe Wohnhaus P03, utopia berlin, and GbR Integratives Bauvorhaben am ehemaligen Blumengrossmarkt.

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- Architetti e studi professionali: persone disponibili per sviluppo progetti, ma a volte anche con proposte indipendenti. Per esempio: Adorable Immobilien, e Büro Fabian Tacke.

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Attorno alla fiera ci sono, durante una settimana intera, molti altri eventi: workshop di costruzione, visite guidate (a carico di creative sustainable tours), conferenze e tavole rotonde. Molte persone arrivano alla fiera ed è oramai un appuntamento importante a Berlino per chi vuole trovare una casa/un gruppo/un professionista etc.

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Ora un piccolo segreto (pronti?): quest'anno ci siamo andate con una bella intenzione: capire come fare una fiera simile a Milano. Crediamo che sia ora, che i tempi siano maturi e che possa realmente portare innovazione nella nostra città e nei nostri modi di vivere.

Voi che ne dite? Noi non vediamo l'ora.